domenica 31 ottobre 2010

No, Silvio? No,Party



Art. 1 Della costituzione Italiana riveduto e corretto per i giorni nostri.

"L'Italia è una Repubblica semi-democratica, fondata sul finto moralismo.
La sovranità appartiene a chi ha i soldi, che li usa per esercitare potere e ignorare totalmente i limiti della Costituzione."

Noemi,Patrizia,Ruby,Nadia sono nomi di "famiglia" ormai per noi Italiani, nomi di donne,alcune minorenni, che sono state portate come sexy-giullari di corte a divertire ed intrattenere il Premier. Vita Privata? Fino a quando lui fosse "solo" un silenzioso puttaniere potrebbe anche passare,sarebbe in media con tanti "bravi padri di famiglia" ma il problema è che lui è un chiassoso puttaniere ai limiti della legalità (sappiamo bene che in Silvio il concetto di legalità è debole). Il punto non è chi sia Ruby, il punto non è il bunga bunga, il punto è l'età parliamo di una ragazzina di 17 anni. Accettiamo che sia invischiato in affari mafiosi,che abbia il controllo dei mezzi d'informazione,che ci faccia fare figure di merda in tutto il mondo,che sia un bugiardo cronico,che si faccia leggi ad personam, ma non voglio credere che accetteremo anche che vada con delle minorenni, almeno questo no. Lui la voleva aiutare mi direte, certo può essere, ma è come quando un professore ti mette un voto più alto se gli fai toccare il culo, in quel caso non credo che un genitore vada dal professore a ringraziarlo per aver aiutato la figlia.O sbaglio? Tenta in extremis di buttare tutta la vicenda sul comico "meglio le belle donne che gay", solo che stavolta è venuta fuori una trama tragicomica, non basta ammettere di essere solo un guardone. La trama è tragicomica speriamo che il finale non sia il classicissimo "tarallucci e vino" all'Italiana. Io spero in un finale fantasy dove una pozione magica fa risvegliare il popolo Italiano. Chiedo troppo?

giovedì 21 ottobre 2010

E tu?



Un interessante rapporto del CENSIS su italiani e disabilità, rivela tante cose su come gli Italiani si rapportino al mondo della disabilità. Iniziamo con un dato "Le persone disabili suscitano in gran parte degli italiani sentimenti positivi, solidarietà (per il 91,3%), ammirazione per la loro forza di volontà e la determinazione che comunicano (85,9%), desiderio di rendersi utili (82,7)". Sentimenti positivi senza alcun dubbio, io personalmente non amo i sentimenti positivi anche perchè il concetto di positività è molto soggettivo.Ma non voglio soffermarmi su questo punto, andiamo avanti con un altro dato a mio avviso interessante e che dovrebbe far riflettere:"Poi c’è il timore di poter involontariamente offendere o ferire la persona disabile con parole e comportamenti inopportuni (34,6%)". La paura la maggior parte delle volte è figlia dell'ignoranza nel suo significato di ignorare le cose o in questo caso le persone. Colpa ne abbiamo anche "Noi" disabili che molte volte restiamo arroccati sulle nostre posizioni e molte volte non siamo aperti al dialogo anzi. Per far si che non ci sia paura e disagio si deve dar la possibilità di conoscere, solo così si può far capire che dietro un corpo malato,diverso,immobile c'è una persona pensante e fornita di personalità.“I Down? Tutti uguali.Ne sono convinte 2 persone su 3 (il 66%) del campione utilizzato” come i cinesi mi verrebbe da dire, questo dato credo non abbia bisogno di essere commentato, lascio a voi. Visti i dati e vista la mia esperienza di vita mi chiedo come si può cambiare quest'immagine della disabilità? Partendo dai DIRITTI.In primis fornendo a tutti le stesse possibilità sociali,lavorative ed economiche mettendo così tutti sullo stesso piano, senza vantaggi o svantaggi. Sembra banale ma non lo è. Riflettiamo. E tu come ti rapporti alla disabilità?

martedì 12 ottobre 2010

Lungo le sponde del mio torrente voglio che scendano i lucci argentati non più i cadaveri dei soldati




Citare De Andrè in questa circostanza mi è venuto spontaneo. Oggi altri funerali,l'Italia viene catapultata in un altro "dramma" in un altro "dolore". Non sono patriottica nell'accezione negativa del termine, sono per la Patria (dal latino = la terra dei padri) intesa come luogo d'origine, da amare, rispettare, difendere da chi dall'esterno o,come molto più spesso accade,dall'interno le "succhia" energia vitale. Questa precisazione tenevo a farla per chiarire il mio concetto di Patria. Non voglio assolutamente entrare nel "giochino" ritirare le truppe o meno, a mio personalissimo avviso bisognerebbe pianificare un exit-strategy ma non scappare via da quella terra già ampiamente martoriata. Non saremmo mai dovuti andare in quelle terre, non avremmo mai dovuto prendere parte a una "guerra" poco chiara e invece per dimostrare la nostra "amicizia" siamo partiti. Noi siamo lì in missione di Pace (concetto francamente che mi sfugge)ma in Pace le persone non saltano in aria,che siano civili o militari,io credo alle buone intenzioni di tanti nostri soldati, a 23 anni (gli anni che aveva uno dei militari uccisi) generalmente sei mosso da buone intenzioni, ma il punto è che le buone intenzioni non bastano a portare la pace, la pace non si porta si crea. Il mio dispiacere per la morte dei militari non è per la divisa che indossano e per le persone che ci sono dentro, è perchè a 23 anni lasci la tua terra (Puglia tanto per cambiare) e vai in "guerra" e non ritorni.Il ministro della difesa propone di armare di più i soldati, così da renderli ancora di più bersaglio delle milizie talebane e snaturare completamente la "missione di Pace". Come un parente di una delle vittime ha suggerito al ministro La Russa "GODIAMOCI LO SPETTACOLO".
"fermati Piero , fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce"

giovedì 7 ottobre 2010

La rosa bianca di Sara



Ho provato subito dopo la notizia della morte di Sarah a scrivere ma ero bloccata, troppe cose volevo dire, troppe cose non mi piacevano, troppo schifo, troppo dolore da mettere nero su bianco. Il tam-tam mediatico o meglio la "zuppetta" mediatica ha fatto il suo corso, ipotesi, opinioni, foto di Sarah, i suoi diari, la mamma, la zia ecc..Abbiamo bevuto il succo.Questa vicenda ha lasciato sgomento in tutti, l'orrore è tanto, il mostro in casa fa paura, una paura primitiva. Il corpo di una giovane e bella ragazzina profanato. La condizione della donna nel nostro bel Paese è strana, molto libera,ma è realmente libera di essere? O è solo libera di apparire? Questa è una domanda che noi donne dovremmo porci, e voi uomini dovreste porvi cosa realmente volete,uomini e donne dovrebbero sedersi ad un tavolo immaginario e raccontarsi a vicenda, spogliarsi dei simboli, dei look, degli status e raccontarsi cosa realmente vogliono l'uno dall'altra.Nel nostro paese la donna gioca ad essere oggetto, come si dice gioca con il fuoco e a volte si brucia irriparabilmente (non è ovviamente il caso di Sarah), noi donne siamo vittime non solo degli altri ma anche di noi stesse e della nostra scarsa autostima. Torniamo a Sarah ieri erano in 10.000 per l'ultimo saluto, per cercare di trovare pace, per dare pace a questa ragazza, per condividere e dividere un pò il dolore. La bara bianca sinonimo di purezza, quella purezza che a lei è stata strappata. Sarah questo Paese ti si è stretto attorno quando ormai era troppo tardi, ma siamo esseri umani e facciamo del nostro meglio. Ciao Sarah

martedì 5 ottobre 2010

lunedì 6 settembre 2010

Sakineh e Reza




Due nomi,due storie,due vite ma come loro ci sono altre centinaia di persone. Le loro storie non si sa bene come e perchè sono emerse, sono venute in viaggio nel grassoccio e pigro occidente. Sakineh è stata condannata alla lapidazione in Iran per adulterio. Reza è un bimbo di 2 anni pakistano che succhia un biberon vuoto ricoperto di mosche su tutto il corpo. Vittime entrambi dell'essere umano, non della follia umana ma della spietata lucidità che condanna il più debole, è così da secoli. Firmiamo l'appello per Sakineh sperando che la nostra firma fermi le pietre, firmiamo come placebo per le nostre budella. Per Reza non possiamo fare niente,possiamo solo disgustarci, arrabbiarci, pregare, piangere ma tutte cose del tutto inutili. Domenica in una gara di moto2 è morto un ragazzo di 20 anni, è morto in una gara è stata una tragedia, abbiamo sofferto, abbiamo fatto centinaia di link su facebook per salutarlo, il mondo dello sport si sta interrogando su come evitare certe tragedie e probabilmente troveranno una soluzione. Io non pretendo di trovare una soluzione ma PRETENDO che ci fermiamo e ci interroghiamo su cosa accade nel resto del mondo, quanto meno prendiamone coscienza. Nel frattempo chi vuole può firmare l'appello per Sakineh qui http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT/appelliForm.php/L/IT/ca/216. Per Reza non ci sono appelli possiamo solo urlare.

martedì 31 agosto 2010

Il Vintage torna di moda



Ho paura di aver preso un virus, ho un irrefrenabile voglia di vomitare vedo il mio paese perdere ogni tipo di inibizione. La linea dell’accettabile si sta paurosamente spostando sempre di più, nel nostro Bel Paese sta diventando tutto accettabile, con la nostra totale approvazione. Abbiamo accolto in patria un dittatore omicida di nome Gheddafi come fosse un eroe nazionale, abbiamo organizzato celebrazioni molto vintage, il vintage non ha mai avuto sapore più amaro che in questo momento. durante il patetico spettacolo di ieri il lezzo del fascismo si respirava nell’aria abbastanza chiaramente.Paragonare mr.B al duce è una vergogna? No, le cose cambiano i tempi cambiano, il fascismo si è evoluto è diventato “fashion” si è vestito bene, ha gonfiato il portafoglio, si è reso simpatico, si è spostato da fede politica a status simbol.Parate, pullman di donne (offerte tipo merce), spettacoli equestri dei carabinieri. Nel 2010 in un paese europeo non è normale, non lo dico io lo dice tutta la stampa mondiale. Io ho 21 anni e non riesco a vedere il mio futuro in Italia, non riesco,non voglio e non posso immaginare il mio futuro in un paese così “vintage”. Sono profondamente disgustata,arrabbiata e demoralizzata, non verso i politici ma verso noi Italiani, stiamo cadendo in uno stato di coma vigile che sta diventando irreversibile. Sono amaramente curiosa di vedere fino a che punto arriveremo, spero che il detto che recita “al peggio non c’è mai fine” si sbagli, altrimenti non mi resterà che fare come hanno fatto già in tanti ossia emigrare , oppure potremmo restare e svegliarci? A noi la scelta.

giovedì 29 luglio 2010

Parolandia (parte 4°)




Enjoy it

Ricordo che una mia amica parola mi raccontò dell'esistenza delle persone mute e delle persone che non riescono a parlare per altri motivi, ricordo che rimasi scioccata.Questa mia amica mi raccontò di essere stata nella testa di una ragazza muta per un mese, non era sola c'erano tantissime altre parole insieme a lei soffrivano tutte, intrappolate in quella ragazza che poteva esprimerle solo a gesti.La mia amica si riteneva però fortunata poichè lei aveva avuto la fortuna di sentire la voce di quella ragazza, si perchè nella sua testa diceva le parole che poi ripetava a gesti. A volte siamo davvero fortunate,conosciamo parti intime e bellissime delle persone, come quando veniamo scritte in un diario segreto e custodiamo i segreti e l'emozioni. Altre volte conosciamo la parte peggiore delle persone, la falsità e l'ipocrisia. La gente ipocrita solitamente ci "usa" come gomme da masticare, ci mastica fingendo di mangiare e poi ci sputa. La gente falsa invece non ci sa usare molto bene, solitamente è falsa verso gli altri ma anche verso se stessa,ci usa un pò come un placebo. A dire il vero parecchie volte noi parole abbiamo la funzione placebo.A volte siamo invece una e vera propria medicina che cura ferite, ricostituisce e restituisce energia vitale.Oggi però sono stanca, sono la famosa parola stanca, vado a riposarmi un pò che è meglio, noi non andiamo mai in ferie. A presto.

venerdì 23 luglio 2010

Salutino

Vi saluto per qualche giorno vado in vacanza con le amiche fino a martedì. See you soon.

mercoledì 21 luglio 2010

Dalle camicie rosse all'agenda rossa...



Le camicie rosse di Garibaldi segnarono la nascita dell'Italia, l'agenda rossa di Borsellino segnò la fine dell'Italia. Io nel 1992 avevo 3 anni, non capivo e non sapevo nulla di cosa succedeva, non ho ricordi di questa "tragedia". A noi Italiani le tragedie piacciono, ci piace elogiare i morti e rimpiangerli, ci piace un pò meno combattere al fianco dei vivi, questo lo sò, l'ho imparato. Le parole del figlio di Borsellino mi gelano il sangue, le parole di Emilio Fede anche. Stesso effetto. Il profondo rispetto per uno STATO che ha tolto tutto da parte di Manfredi Borsellino e il profondo disprezzo per un uomo che allo STATO ha dato tutto, tutto nel vero senso della parola dopo la vita non si può dare più niente, da parte di Emilio Fede, mi fa impazzire questa Schizofrenia Italiana. Pensando alla situazione Italiana mi viene in mente una sola immagine, "la marea nera" che si è riversata in America. La marea nera ha invaso all'improvviso tutto l'oceano, tutti sono corsi ai ripari cercando di salvare tutto il salvabile ma ormai era tardi,il petrolio ha ricoperto tutto e non si può pulire, ci si prova ma non si può. Si prova a tappare la falla ma non ci si riesce. La mafia è come una piattaforma petrolifera che trivella lo stato, noi non c'è ne accorgiamo perchè le trivellazioni sono lontane dai nostri occhi, l'unico momento in cui ci accorgiamo di qualcosa è quando ormai è troppo tardi. Falcone e Borsellino sono morti come i pesci,a causa di una "cosa" nera che li ha ricoperti e resi irriconoscibili. Ci raccontiamo che si sono sacrificati per lo STATO e che ci hanno lasciato una lezione importante, ed è tutto vero in teoria, ma la lezione non l'abbiamo imparata e lo stato gli ha sacrificati come agnellini ad un Dio vendicativo.Il rosso è un colore che fa parte del nostro paese, rosso passione, vino rosso, rosso sugo e rosso sangue, tanto sangue versato per l'Italia. Caro Fede l'agenda rossa di Borsellino non è rosso comunista è rosso sangue, il suo sangue.Chiudo con le parole di Manfredi Borsellino che più mi hanno colpita.

Non vidi mio padre, o meglio i suoi “resti”, perché quando giunsi in via D’Amelio fui riconosciuto dall’allora presidente della Corte d’Appello, il dottor Carmelo Conti, che volle condurmi presso il centro di Medicina legale dove poco dopo fui raggiunto da mia madre e dalla mia nonna paterna. Seppi successivamente che mia sorella Lucia non solo volle vedere ciò che era rimasto di mio padre, ma lo volle anche ricomporre e vestire all’interno della camera mortuaria. Mia sorella Lucia, la stessa che poche ore dopo la morte del padre avrebbe sostenuto un esame universitario lasciando incredula la commissione, ci riferì che nostro padre è morto sorridendo, sotto i suoi baffi affumicati dalla fuliggine dell’esplosione ha intravisto il suo solito ghigno, il suo sorriso di sempre;

Parolandia (parte 3°)



Enjoy it

"Sei diverso" frase che dimostra abbastanza bene ciò che ho già detto svariate volte, ossia che le parole cambiano in base a come vengono dette e da chi vengono dette. La frase "sei diverso" può avere tantissimi valori restando sempre la stessa cosa, puoi essere diverso come patner, accezione positiva, puoi essere diverso da come eri prima,in meglio o in peggio e poi puoi essere diverso nel colore della pelle,nella religione, nella lingua, nel fisico. La diversità è qualcosa che ci serve, ci serve come mezzo di parogone con la normalità, si perchè la normalità esiste, esiste eccome, normale è tutto ciò che non ci stupisce, che diamo per scontato, che non ci preoccupa, che ci rende impassibili, tutto ciò è normale, il resto è DIVERSO, in tutte le sue eccezioni. Torniamo a Fede, come vi dicevo adesso ha 11 anni è in una fase in cui usa le parole come armi, per provocare, si diverte nel vedere le reazione delle persone alle sue provocazioni e le persone molto spesso si divertono a farsi provocare.Io sono una 1° parola che si comporta bene, non tutte seguono i propri bimbi, ma io a Fede mi sono affezionata. So che state pensando "bè ci parla 2 ore della diversità e poi non ci dice in cosa consiste la diversità di Federico" è realmente importante? Cambia qualcosa sapere cos'è che lo rende diverso? Vi basta sapere che lo è. Noi parole non abbiamo nemici, o meglio non abbiamo antagonisti, forse la violenza fisica è l'unica cosa che ci mina, anche se generalmente si scatena a causa "nostra".Quando falliamo "noi"allora entra in gioca la violenza fisica, è un principio quasi scientifico direi. C'è anche un "fisico" buono,anche quello entra in campo quando noi falliamo,un abbraccio. Vi devo salutare come al solito.A presto.

giovedì 15 luglio 2010

Parolandia (parte 2°)





Enjoy it

Il "mio" bambino si chiama Federico, ora è grandicello ha 11 anni,quando sei la prima parola di un bimbo rimani con lui per la vita e infatti io sono sempre con lui.E' strano a volte essere una parola è la cosa più bella del mondo altre volte è la cosa peggiore, tocchiamo il cielo e scendiamo negli inferi. E' bellissimo quando fai ridere, quando ti cantano, quando sei risolutiva,quando diventi poesia, ci sono persone che con "Noi" sono davvero brave, ma brave nel vero senso della parola, non brave come i politici o gli avvocati che non sono bravi con "Noi" sono solo "spacciatori" di parole, le persone realmente brave sono i cantanti ovvio non tutti, i poeti,gli scrittori anche se alcuni ci sfruttano come delle risorse minerarie, non c'è la cultura del rispetto per le parole.Una cosa terribile che ci succede è rimanere intrappolate nella testa delle persone, mamma mia che cosa terribile è una specie di tortura,alcune volte fa ridere perchè chi ci tiene intrappolate è solo molto timido e non riesce a liberarci altre volte invece è più dura perchè magari restiamo intrappolate per tutta la vita e non veniamo mai dette ma giriamo sempre nella testa come in una specie di girone infernale.Qualche volta capita anche che veniamo "rimangiate" ed è una cosa strana, non saprei se definirla positiva o negativa come ho già detto con "Noi" non esiste questa distinzione.Voglio tornare a parlarvi di Federico, con lui ne abbiamo passate tante,si perchè lui è un bimbo,ormai un ragazzino, diverso."Diverso" è una di quelle parole strane, si quelle che vogliono dire tutto e niente, si usa con cautela,si usa per comodità, dire diverso vi risparmia il tempo di pensare,allo stesso tempo però è una parola che vi fa paura.Scusate ora devo andare.Alla prossima.

Offensive di Pace


"Combattere per la pace è come fare l'amore per la verginità" (John Lennon)

La guerra c'è sempre stata. Da che mondo è mondo, l'essere umano ha sentito lo strano bisogno di prevaricare, di sottomettere, di "espandersi" constringendo altri sui simili a "ritirarsi". Da quando Caino dette il benservito ad Abele, come sostengono i credenti, la guerra ha infestato questo pianeta e spesso è stata fratricida come in quel biblico caso.
Non amo essere celebrativo e per questo motivo ho scelto questo periodo, lontano da anniversari o fatti di cronaca, per esporre il mio pensiero.
Non credo si debba dissertare ancora sulla guerra: solo gli estremisti o i folli possono parlare di "giusta guerra", però voglio soffermarmi sulle missioni di pace. Lo scorso 17 maggio le truppe italiane sono state "vittima" dell'ennesimo agguato da parte dei talebani nella zona di Bala Murghab. Ora io mi chiedo: per quanto tempo ancora dovremo lasciare lì "i nostri ragazzi" a fare da bersaglio mobile ai talebani?
Non voglio sapere se questa guerra, come le altre del resto, è mossa da motivi politici ed economici. Non desidero sapere se sia figlia di una colossale bugia o di un'operazione effettivamente dovuta. Voglio solo capire perchè ancora si debba protrarre la permanenza delle "forze di pace" nei vari territori dove si annidano i presunti terroristi con le loro, altrettanto presunte, armi di distruzione di massa. Qual è lo scopo, oltre quello di far aumentare ancor di più
il numero delle perdite umane, di una così ostinata volontà di imporre la nostra presenza ad un popolo che adesso deve percorrere il suo cammino?


Non ho risposte, ho solo domande: le risposte non vengono ascoltate, le domande aiutano a riflettere!

martedì 13 luglio 2010

Parolandia



Il titolo è banale, lo sò. Ho voglia di scrivere un racconto, uno un pò particolare però, un racconto è fatto di parole e questa volta voglio dare "voce" proprio a loro. E' un esperimento.Ogni lunedì scriverò un pezzo di racconto. Questa settimana ne scriverò due o tre per iniziare.

Enjoy it


Salve sono una parola,non vi deve interessare quale, solo una qualunque. Vivo nel paese delle parole, un paese enorme con una popolazione enorme, eh si noi parole siamo tante più dei cinesi, da quello che sò i cinesi sono tanti.Vi chiedete com'è il paese delle parole? Bhè che dire? E' strano, è un gran casino, non ci sono "buoni o cattivi", si noi parole non siamo "buone" o "cattive" dipende da come veniamo usate da Voi esseri umani,alcuni ci usano per ferire. Nel nostro paese ci sono delle parole che sono dorate,di un dorato quasi accecante, sono le cosidette BIG. Quelle parole importanti piene di significato ma non definibili, voi umani le usate parecchio, alcune volte anche a sproposito ma vi piace riempirvi la bocca con loro, vi va sentire importanti.La nostra è una vita difficile, veniamo sballotate da voi umani. Fin da piccolini ci usate, si noi siamo la prima cosa che si ricorda e a volte siamo anche l'ultima. E' bello essere la prima parola di un bimbo,portiamo allegria, vediamo le faccie contente dei genitori, un pò meno bello è essere l'ultima parola di qualcuno hai un compito enorme, ma noi parole siamo abituate ai compiti difficili, voi umani vi affidate a noi per i compiti più difficili. A volte però siamo davvero inutili.Torniamo ai bimbi, il loro rapporto con noi è il migliore è spontaneo loro non hanno paura di usarci, ci usano e basta e anche quando ci dicono male facciamo ridere se invece un adulto ci dice male rischia di non far ridere ma di far danni. Uh quanti danni ho visto fare dagli adulti perchè ci hanno detto male. Non nè parliamo. Io sono stata la prima parola di un bimbo, mamma mia che emozioneee!!!! Il mio bimbo è un maschietto, bello cicciotto rosso di capelli, un vero birbantello.Ha impiegato tantissimo tempo a dirmi, facendo anche preoccupare i propri genitori.Ma vi racconterò il resto la prossima volta, ora devo andare uno di voi mi ha chiamata.

mercoledì 7 luglio 2010

Andiamo Oltre



Sono in un periodo un pò incasinato, sto preparando un esame all'università, un esamaccio.Questo non vuole assolutamente giustificare il mio poco scrivere. Non c'è un motivo per cui scrivo poco, è così. Il mio rapporto con la scrittura è così, amore e odio. Grandissima ispirazione o zero totale, nella scrittura non ho vie di mezzo. Scrivere è una cosa che ho fatto fin da piccola, poesie, storie e poi con la crescita la scrittura è diventata un mezzo di "denuncia" di tutte le cose che mi succedevano e che non andavano bene, posso assicurare che la lista è lunga. Man mano è cresciuta la mia consapevolezza del potere della scrittura,della mia scrittura. L'apice forse l'ho raggiunto con la lettere a Giuliano Ferrara, la mia scrittura è stata potente,così potente che mi ha portato in TV. Bellissima esperienza. Ho continuato a scrivere, forse non ho mai smesso di scrivere, ho scritto su un altro blog molto bello, poi ho preso una pausetta e ho creato il mio blog. Il mio spazietto dove scrivere tutto ciò che voglio, usare i toni che voglio, avere i miei tempi, far conoscere realtà diverse magari ignorate, cercare di accendere curiosità e riflessione, prima di tutto in me stessa e poi negli altri. Credo di essere sulla buona strada, certo si può fare di più. Detto questo, che per me è importante, è importante sapere il perchè delle cose.

Voglio riprendere il discorso sulla diversità fatto da Peppe. Mi trovo perfettamente d'accordo con ciò che dice lui, l'omologazione non mi piace, non voglio essere uguale a chicchesia, voglio essere riconosciuta come individuo prima che come disabile. Usare le categorie è comodo, siamo dei grandi spreconi di energia elettrica e di beni di consumo ma facciamo tantissima economia mentale.Non dobbiamo fare alcuno sforzo, è già tutto lì, non dobbiamo far altro che recitare il copione. Il copione tra normodotato e disabile recita così: Il normodotato si irrigidisce alla vista del disabile, si domanda se è in grado di capire di parlare, non ha la minima idea di cosa dire, accenna un sorrisetto e magari un "Ciao" poi sposta rapidamente lo sguardo e tira un sospiro di solievo. Il disabile attende come un gatto la preda, rimane serio in attesa della mossa sbagliata, non parla per primo attende e alla fine conferma la sua teoria che la gente non lo integra. Questo è ciò che accade solitamente certo non sempre, ma molte volte è così. Questo crea un circolo vizioso, per cui ognuno conferma le sue tesi. Non c'è cosa peggiore molte volte delle conferme. Per spezzare questo circolo bisogna chiedere e rispondere, bisogna abbandonare il copione e improvvisare, bisogna fare un piccolo sforzo e andare OLTRE! Certamente non è facile ma posso assicurare che è possibilissimo.Andiamo OLTRE.

venerdì 2 luglio 2010

Uguale a te? No, grazie!



Ieri, visionando un video sulla disabilità, o meglio, su una presunta richiesta di uguaglianza tra "normoabili" e disabili, mi sono sinceramente urtato, nonchè offeso.
Io faccio, o potrei fare, tutto quello che fa un normoabile medio (ovvio, non mi paragono a sportivi o artisti) e adesso ve lo dimostro.
Un normoabile cammina? Anch'io. Lui sulle gambe, io sulle ruote.
Un normoabile nuota? Anch'io... almeno prima della tracheotomia (che non mi è indispensabile).
Un normoabile guida un'auto? Anch'io posso, mancano i soldi per l'acquisto della vettura, ma potrei (i soldi non dipendono dalla disabilità).
Un normoabile fa sesso? Anch'io, in modi e posizioni diverse, ma non mi astengo.
Un normoabile si veste, va al bagno, si lava? Anch'io, ma con l'aiuto di chi pago o di chi mi vuol bene. Apriamo una piccola parentesi: al mondo centinaia di migliaia di normoabili, sia uomini che donne, sono costretti a pagare per ottenere affetto, sesso o ascolto. Ergo se io pago per essere pulito e vestito, ciò non mina la mia autostima, cosa che invece accadrebbe nei sovracitati casi.
La verità è che io compio tutte queste azioni in maniera diversa, perchè siamo diversi!
L'ultima frase del video è quella che mi ha davvero infastidito.
Cito: "L'unica differenza tra noi (normoabile e disabile) è che tu mi vedi diverso, io ti vedo uguale a me. "
La cosa che mi irrita è che, nascosta in questa frase, ci sia una supplichevole richiesta di uguaglianza.
Io non voglio essere come un normoabile! Io voglio essere me stesso!
Perchè questa rincorsa alla normalità (ammesso che esista)? Perchè cercare l'omologazione? Perchè rinnegare se stessti?
Siamo diversi, tutti, e meravigliosi in quanto tali.
Credo che questo sia uno dei motivi per cui i disabili non riescano ad emergere nella società. Proprio per questa insana voglia di essere "confrorme al parametro".
Avrete notato che ho parlato solo ed esclusivamente in prima persona. L'ho fatto proprio per evitare di generalizzare e per conservare la mia singolarità, ma credetemi se vi dico che conosco tanti disabili che non hanno nulla da invidiare ad un normoabile.
Prima tra tutti la nostra Anita!

venerdì 25 giugno 2010

I wanna be a Care-Giver....and you?




Siamo un popolo sprovvisto di amore. Amore verso la propria patria, non si tratta di patriottismo spicciolo o di un pericoloso ritorno al "passato" si tratta di TAKING CARE,ossia "prendersi cura". Ogni 4 anni sventolano i tricolori alle finestre,ci dipingiamo la faccia di ROSSO BIANCO E VERDE, se vinciamo siamo FIERI di essere Italiani. Possiamo ridurre il nostro "attaccamento" alla Nazione a una partita di calcio? Per quanto io ami il calcio non credo. Avere amore per la propria Nazione un pò ci spaventa, ad alcuni fa un pò rabbrividire facendo tornare in mente periodi "neri". Ma quello FASCISTA non era amore per la propria patria, quello FASCISTA era fumo negli occhi della povera gente, era Nazionalismo (Tendenza ideologica a esaltare il concetto di nazione esasperando il comune sentimento di attaccamento al proprio paese), usato per eccittare gli animi. Siamo rimasti scottati.Negli anni abbiamo lasciato sempre più la presa, permettendo cose sempre più assurde e umilianti per il nostro paese, semplicemente perchè tutto sommato non lo sentiamo nostro. Quando un cosa la senti tua e ci tieni, stai attento che nessuno la calpesti, la maltratti, la usi per i propri scopi,ci tieni che sia sempre al massimo delle sue potenzialità,che evolva, che sia di esempio positivo per gli altri.Questo è amore verso la patria. Essere vigili, comportarsi in maniera rispettosa verso essa e verso i suoi abitanti, sentirsi mossi da uno spirito propositivo e attivo, combattere per cambiare le cose che non vanno, impedire che chiunque "deturpi" la tua terra. Noi Italiani dovremmo imparare a prenderci cura della nostra Italia come di una persona malata,perchè questo è. Dovremmo tutti diventare dei CARE-GIVER. Non NAZIOLISTI ma AMOREVOLI CARE-GIVER.Possiamo farcela?

giovedì 24 giugno 2010

Cosa vuoi per te?

Il giudice della corte suprema Chris Kourakis, South Australia, ha concesso a una donna di morire attraverso la sospensione dei trattamenti sanitari. Per il giudice australiano il rifiuto delle cure non è assimilabile al suicidio. E’ la prima volta che un tribunale dello Stato decide l’immunità per i medici che si astengono dal curare un paziente che, liberamente, sceglie di morire.

L’estate porta allegria, spensieratezza ed è proprio per questo che ho deciso di scrivere di argomenti “pesanti” così vengono definiti. Certamente la morte non è un argomento “leggero” ma esiste, esiste e avviene giornalmente. Spesso è in coppia con la sofferenza. Prima o poi nella vita tutti noi abbiamo a che fare con Lei. Del resto c’è anche un modo di dire che recita “Sicuro come la morte”, eh si perchè la morte è una certezza. Non voglio essere in stile Emo, voglio cercare di portarvi a riflettere, a mente “calda” non fredda, si ragiona meglio con il sangue che pulsa nelle vene che non con il sangue gelato. Nel corso degli anni si sono susseguiti vari casi che riguardano la morte, o meglio la dolce morte. Welby ed Eluana Englaro come ultimi. Casi diversi certo. Non voglio parlare dei due casi specifici, credo che tutti li conosciamo abbastanza bene, tutti ci siamo fatti un opinione, ci hanno portato a riflettere, ci hanno (inspiegabilmente) diviso. C’è chi ha indossato la divisa del buon cristiano, armandosi di Verità, lasciando da parte i sentimenti di empatia verso un altro essere umano sofferente. Può esistere una Verità sul concetto di morte? Può qualcuno arreccarsi il diritto di imporre una sofferenza solo per non commettere Peccato? Evitiamo agli animali le sofferenze se sono inutili...perchè invece all’uomo le vorremmo imporre? Dovremmo riflettere sulla nostra pelle, per quando terrorizzante possa essere dovremmo chiederci cosa vorremmo per noi stessi. Dovremmo tenere la guardia alta su questi argomenti. Sappiamo com’è la situazione in Italia? Vi rinfresco la memoria.

Eutanasia
In Italia, attualmente, l’eutanasia attiva è assimilabile, in generale, all’omicidio volontario (ex art. 575 codice penale). In caso di consenso del malato, ci si riferisce all’art. 579 codice penale, rubricato come omicidio del consenziente, punito con la reclusione da 6 a 15 anni. Anche il suicidio assistito è un reato, in virtù dell´art. 580 codice penale, “Istigazione o aiuto al suicidio“.

L´eutanasia passiva viene consentita in ambito ospedaliero, nel reparto di rianimazione, solo nei casi di morte cerebrale: devono, comunque, essere interpellati i parenti dell’interessato e si richiede la presenza e il permesso scritto del primario, del medico curante e di un medico legale. In caso di parere discordante fra medici e parenti, si va in giudizio e in questo caso è il giudice a decidere.

Testamento Biologico

Ancora non esiste una norma sul testamento biologico. Il 9 febbraio 2009, giorno in cui è morta Eluana Englaro, al Senato della Repubblica si stava discutendo il Disegno di legge n.1369 (Decreto Calabrò) che avrebbe dovuto disciplinare la materia. Il testo non era largamente condiviso, in particolare trovava forte opposizione l’articolo 3 del disegno di legge. Con quest’articolo s’imponeva a tutti i medici, anche contro la volontà dei pazienti che avevano esplicitato una scelta diversa, l’obbligatorietà della nutrizione e dell’idratazione artificiale. I medici si sarebbero trovati costretti a scegliere fra il rispetto del codice deontologico (che impone loro di rispettare la volontà del paziente), oppure la legge. Inoltre, tale articolo avrebbe causato conseguenti contenziosi giudiziari fra famiglie e sanitari.

Dispute, polemiche e dibattiti accesi, di colpo furono smorzati dalla sopraggiunta notizia della morte di Eluana, facendo ripensare il gruppo di maggioranza parlamentare sul da farsi. Così optarono per il ritiro del disegno di legge. Poi un lungo silenzio durato circa un anno.

Intanto la Chiesa cattolica ha informato che si dichiarava favorevole a una legge purché depotenziata, priva cioè di qualsiasi riconoscimento del diritto all’autodeterminazione. Con qeste indicazioni, alla fine, sul cosiddetto “ddl Calabrò”, che già recepiva gli orientamenti della CEI, è stato trovato l’accordo. Approvato rapidamente prima dalla commissione sanità del Senato, poi dal Senato stesso, con 150 voti favorevoli, 123 contrari e 3 astenuti, è passato all’esame della commissione affari sociali della Camera e, il 12 maggio 2010, è stato approvato senza sostanziali modifiche. Il disegno di legge è ora in attesa di essere discusso dall’assemblea di Montecitorio.

Per ovviare a questo vuoto legislativo, molte associazioni hanno elaborato un proprio modello di testamento biologico. Il Consiglio Nazionale del Notariato ha attivato a spese proprie un Registro per la conservazione dei testamenti biologici e ha dato incarico ai Consigli Distrettuali di predisporre elenchi di notai disponibili a riceverli. Rispetto ai moduli fai-da-te, i testamenti biologici sottoscritti davanti al notaio hanno il valore aggiunto della certezza della provenienza certificata. Ogni cittadino può dunque telefonare al Consiglio Notarile della propria città per sapere quali sono i notai disponibili, e sceglierne uno.

In seguito, diversi comuni hanno deciso di istituire registri analoghi. Queste approvazioni sono quasi sempre scaturite da petizioni sottoscritte dai cittadini: i circoli territoriali UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) hanno spesso promosso e contribuito alla raccolta delle firme.

mercoledì 23 giugno 2010

Nigri e non solo!

Un mese "fuori casa" è quasi un'abitudine ormai, ma questa volta l'emozioni di questo periodo sono state davvero intense e variegate.
Si parte non benissimo! Essendo capace di tutto, ho fatto ciò che nessun essere razionale può neanche pensare di fare: ho dimenticato i biglietti a casa! Poco male: bastano i documenti per partire, ma ho lasciato a casa anche le varie idoneità al volo e certificazione delle batterie a secco. La dea bendata sembra comunque distratta quel giorno (di solito mi schiva deliberatamente), indi ne approfitto per sfruttare la pietà che viene smossa da un disabile e faccio a meno delle varie cartaccie.
Il proseguio non migliora visto che l'assistente all'imbarco si è divertito a farmi smontare la carrozzina pezzo per pezzo come fa un bimbo con le costruzioni. Morale: a Bologna perdiamo 35 minuti d'orologio per rimontare la batteria e tutti i cavi. Tra "Notte bianca" bolognese e autista che, suo malgrado, sbaglia 4 volte la strada, arrivo alla meta ad un orario davvero indicibile e con l'atteggiamento da naufrago che torna a casa.
Ad attedermi, ormai quasi incredula sul mio arrivo, c'è Anita con la quale inizio questo lungo viaggio durato 28 bellissimi giorni. Con lei ovviamente la mamma, Ives. Attenzione non la mamma come sua mamma, ma la mamma di tutti.

Ives è mamma dentro! E' materna con tutti ed è anche l'unica che capisce il mio assistente :D
Ives, "grazie" è davvero una parola stupida e "spero di poter ricambiare" è una frase altrettanto banale. Io spero solo di dimostrarvi sempre quanto vi voglio, ma, considerate le mie scarse qualità espansive, mi affido molto al vostro intuito. Un bacione!
Con loro tanti volti noti come Luca, Lara, Luciano, Marisa (grazie per la treccia, cara), Claudio, il piccolo Simone con la mamma e qualche faccia nuova come il non piccolo Cristian con la sua mamma. Nascosto/a nella sua ordinatissima stanza, la nostra Luana (alias Derek) in compagnia di 2 disorganizzatissime visitatrici: Fede e Licia. A causa di una sedicente dottoressa, la nostra notte è saltata, care, ma vedrete che ci rifaremo (detto così non suona bene, ma voi avete capito). Sono rimasto davvero infastidito da come siano andate le cose: avrei semplicemente voluto stare un pò con voi, non troppo, ma un pò mi sarebbe bastato. Un bacio P.S.: Ma si combina qualcosa quest'anno o no? ;)
Avendolo/a nominat0/a non posso non dedicare qualche riga anche a quel cinghialotto di Derek. Ho trovato un Derek molto più umano. Più bisognoso di rassicurazioni. Non posso dire di essere stato io a rassicurarlo (anzi, quando ci sono io in giro, lui teme per la sua vita.... e fa bene), ma sono stato contento e divertito di vederlo "interagire" con Anita. Povero Derek, è stato costretto a vedere la finale di champions league con noi anti-interisti, anti-distrofici ed anti.... patici. Ti abbraccio caro, alla prossima... se ci arrivi :D
Derek mi consegna i saluti di Peter (Gianpiero) che stavolta non riesco ad incontrare, ahimè. Abbiamo una sfida di poker live in sospeso, Gian. A presto! ;)
Giungiamo presto al week-end: giretto in montagnola; qualche acquisto per fare dei cadeaux; trascorriamo il pomeriggio con Concita e FEDE :D
Concita, suo malgrado, è portatrice di disgrazia (nel senso che, spesso, porta con se Ketty); FEDE, suo malgrado, è portatrice di simpatia :D
Ci siamo divertiti un sacco quella notte che hai trascorso con noi, cara: tra patatine, rum&coke e doppisensi credo di poter dire che un pò ti manchiamo, cara FEDE. Un bacio ;)
Passato il week-end si arriva finalmente a martedì. Un giorno come tanti per gli altri, ma non per me. Martedì 25, come Natale, ed in effetti è stato un giorno di doni. Viene a trovarmi direttamente dalla capitale, la bella Alessandra. Che Ale sia una ragazza bella, solare e simpatica lo vedono tutti, ma quello che è bellissimo è racchiuso in una frase di Anita: "Alessandra non va oltre la disabilità; Alessandra non la vede proprio la disabilità".

Detesto dare ragione ad Anita, ma questa volta ne ha da vendere.
Sei stata una delle pochissime persone, Tesoro, a non farmi sentire disabile. Spesso sono io a ricordartelo, ma tu niente... non desisti (per fortuna). Ciò che è successo in quei 2 giorni (si, il giorno seguente mi è stata concessa replica) rimane nostro (anche se a molti, la nostra prolungata assenza, ha fatto venire qualche sospetto). Purtroppo il tempo è dispettoso e sei dovuta andare via, ma in fondo sei rimasta. Un bacio!
Quasi ad incrociare Ale (ma senza riuscirci.. purtroppo per lui) arriva Mirco con la famigliola.
Si sa, i distrofici, come i guai, non arrivano mai soli, quindi a completare l'orda distrofica giungono anche Ottavio e Stefano.
Ottavio porta con sè, oltre la mamma Lucia, Fabio, un simpatico ragazzo che è lì per aiutarlo. Fabio a parte dei discutibili gusti in fatto di donne è davvero un ragazzo in gamba. Ottavio è sempre Ottavio, ma questo non è un difetto, anzi.
Stefano invece è un difetto non deabulamente. Lui non è sempre lo stesso: peggiora sempre più :D
Brutto laziale del kaiser ho finito gli insulti per te, ma sta tranquillo: ne conierò di nuovi. Ti abbraccio stupido!
In quei giorni vengono a trovarci Marinella con la paziente Fabiola, e Simona.
Marinella, oltre ad averci regalato i biglietti per l'Exposanità, ha come sempre rotto le balle ed insidiato i miei amici. Ci vediamo presto Mary, perchè tutto andrà a posto presto ;)
Simona è un pò più handicappata e balena di sempre, ma sempre in gamba ;)
In questi giorni viene a trovare non si sa bene chi, anche Valeria che devo ospitare nella mia stanza facendomi saltare il pranzo (non perchè mi hai fatto passare l'appetito, bella, tranquilla).
Durante l'ultimo week-end ci concediamo una visita all'exposanità con tanto di acquazzone e un pic-nic a Villa Spada con parentesi storica gentilmente offerta dalla signora Pina.
Già Anita si è soffermata su quanto sia stato più gradevole del solito il tempo passato coi ragazzi fisioterapisti. Non amo ripetere, ma solo sottolineare questo concetto. Grazie a Vera, Piero, Elena, Nicola e Francesca in particolare.
Arriva il momento dei saluti e mi soffermo un pò a chiaccherare finalmente col nostro Doc. Vedrai che ci prenderemo le nostre rivincite, Doc... manca poco. Sempre in gamba, ti abbraccio ;)
Bea è in partenza per Milano, quindi ci troviamo in stazione per i saluti.

Si, in stazione! Il mio tour italico non è mica finito, anzi. Preso il treno dopo tanti anni, taglio tutta la penisola per andare a Bari dove mi attende Priscillo (alias Luciano, il papà di Anita) per portarmi a casa loro dove trascorreremo i giorni a seguire in attesa di andare in campeggio. Tra un cinema e una passeggiata in centro, ho il piacere di rivedere Martina (che poi ci sarà anche in campeggio) e l'inaffidabile Valentina ;)
Fatta spesa e preparativi vari, si parte. Non sapevo ancora cosa mi aspettasse in campeggio, ma il mio spirito di adattamento è pari solo alla mia testarda volontà di fare tutto. In conclusione mi sono goduto sei giorni di sole (anche troppo), spiaggia e mare con annesso bagno (anche se ho una trachetomia, si) come fa Anita del resto.
E ci chiamano disabili.... ma fatemi il piacere!
Un piccolo spazio lo dedico agli amici di Anita che non nomino per non dimenticare nessuno, ma ai quali sono grato per aver riversato su di me le attenzioni che sono abituati ad avere per Anita.
Ani, a te cosa posso dire se non MAMMA MIA MAMMA MIA MAMMA MIA? Ormai tutti hanno smascherato il tuo sesgreto amore per me che, scherzi a parte, mi hai dimostrato come sempre (amore fraterno... qui la gente vocifera. Specifichiamo!).
Finisce anche la vacanza, ma non è tutto finito. Lo scalo a Roma, che solitamente detesto, mi da la possibilità di rivedere, anche se per breve tempo, Alessandra. Lì ho capito quanto il mondo normoabile si ancora un pò indietro: le effusioni con un disabile non passano inosservate come per due persone sane, ma si abitueranno.. è un impegno personale ;)

THAT'S ALL FOLKS!

lunedì 21 giugno 2010

SUD---> <---NORD



Come avrete notato il mio blog in questo periodo è stato un pò "silenzioso",il motivo è semplicemente che sono stata in vacanza, nel caldissimo e bellissimo salento. Voglio partire proprio da qui, dal "Mio" Salento. Terra calda, di mare splendido, gente accogliente, abituata ad accogliere, terra barocca, terra di buoni vini, terra di cibi saporiti, un pò come tutta la mia Puglia. Ovvio ci sono i difetti e sono tanti, potrei elencarveli, potrei raccontarvi di quante volte avrei e vorrei tutt'ora fuggire via dalla mia TERRA, ma come recita il buon Caparezza "O Puglia Puglia mia tu Puglia mia, ti porto sempre nel cuore quando vado via e subito penso che potrei morire senza te.
E subito penso che potrei morire anche con te". Anni fa vedevo il SUD come un grande girone infernale, abitato da anime in pena e che tutto sommato meritavano qualla "Pena" per la loro scarsa voglia di riscatto. Il NORD era un paradiso, civile, pulito, efficiente. Era difficile andare fieri di essere del SUD, si ascoltavano i discorsi della lega in silenzio. Adesso, ad anni di distanza direi che non è più così. Io sono una "mezzo-sangue" nelle vene mi scorre sangue pugliese e sangue bolognese. Bologna città da sempre viva e giovane, città di cambiamento, città aperta, città di gente buona, città accogliente, città libera dalle paure, per me città di salute, città dove io mi curo, città dove ho sempre immaginato il mio futuro. Il mio SUD ha fatto il salto di qualità, si è smarcato da tante "bruttezze" Italiche, il mio SUD ha imparato a tenere la testa alta, ognitanto ancora la piega, ma molto meno di prima, il mio SUD ha imparato a pretendere, il mio SUD ha imparato a punire chi sbaglia e a elogiare chi fa bene, il mio SUD ha imparato a rispondere a chi lo disprezza. Il mio NORD si è gettato nelle braccia di chi lo sta portando alla deriva sociale e culturale, il mio Nord si è sporcato le mani e la bocca di parole e gesti "barbari", il mio Nord si è fatto sorpaffare dalla paura, il mio Nord si è chiuso in una gabbia, il mio Nord disprezza senza alcun rispetto il mio SUD. Tornando alla mia vacanza, nel mio Salento viene tanta gente dal nord, viene a godere del sole, del mare, del cibo, del vino, della compagnia e noi siamo lì ad accoglierli, e a me fa male sentire chi viene nella mia terra a stare bene, dire "Eh si qua in Terronia si fa di tutto tanto loro non capiscono" sentirli ridere del nostro accento. Mio carissimo Nord per una volta nella storia sarà il SUD a doverti salvare, ma non dagli estranei o dalla crisi, ti dovremo salvare da te stesso e da chi ti ha abbagliato fin ora. Nel frattempo mio Nord continua a venire a godere delle nostre bellezze noi siamo a braccia aperte.

martedì 8 giugno 2010

2 weeks of Madness

Prima cosa che mi viene in mente quando devo scrivere il "Famoso" resoconto nigrisoliano è, come è possibile che lo stesso posto sia sempre tanto diverso, che ci siano sempre tante cose diverse anche se le persone sono le stesse. Ma adesso partiamo con il racconto. Colonna sonora del mio viaggio di andata è "L'uomo che amava le donne" di Nina Zilli. Arrivo a bologna il 18 maggio un giorno prima del mio ricovero, nel pomeriggio passo in visita al nigri a trovare il mio CARO amichetto sardo,Gianpiero, trovo lui e l'amico Derek nel giardinetto a fare i porci handicappati. Siamo stati pochissimo insieme ma almeno ci siamo salutati, io ti devo un cazziatone dalle infermiere, tu mi devi una partita a poker.Il prossimo ricovero non mi scappi. In quella occasione vengo a sapere che la mia casalinga Luana (Derek) rimarrà con me una settimana, il che mi ha gettato nel panico. Finalmente il 19 mi rinchiudo. Camera di polly-pocket. Così inizia. Ci vengono a trovare le sorelle Morellini. Ci siamo viste pochino per vari motivi, orari sballati. Ma mi ha fatto davvero piacere vedervi. Peccato che QUALCUNO abbia parlato troppo e i piani "Notturni" si sono rovinati. Le serate trascorrono divertenti, tra Karaoke della banda Luca,Pesce, Claudio. Lara con il suo magnifico Lambruschetto, le mamme con i loro aperitivi e il mitico Cristian con il suo APPETITO. Colonna sonora delle serate "Un kilo" di Zucchero.Il piccolo ma potente Simoncino ci ha allietati quasi ogni sera con le sue doti canore. SIMO SEI UN MITO! E' la domanda che tutti ci poniamo è "Hai i coppiottiiiii?" credo che farò causa alla Panini. Anche la mia mitica cuginetta è rimasta vittima di Simone e delle figurine.Il primo week-end è arrivato velocemente. Con il week-end arriva anche Concita, sempre bella. Sopratutto finalmente dopo giorni in cui ero sola con due bestie come Peppe e Derek un pò di solidarietà femminile. Il sabato abbiamo girovagato per la montagnola. La sera abbiamo visto la finale di Champions e non aggiungo altro se non DEREK TI ODIO!!! Ma parliamo di Derek,detta Luana la casalinga inquieta, eh si dovete sapere che in camera sua dev'essere tutto perfettamente in ordine e pulito altrimenti si agita. Luana regina dei doppi sensi, mi hai scassato le palle per il mio "uh che carino" riferito ad uno sbirro. Volevi sentirti dire che tu eri più bello vero?????????????????? Tessoooro mio io HO VINTO A POKER E TU HAI PERSO. IO HO VINTO LA SCOMMESSA E TU HAI PERSO!!! Ricordateloooo!!!!! Scherzi a parte, prima cosa TU NON MI STAI SUL CAZZO. Anzi potrei dire che mi stai addirittura simpatico. La serata con mia cugina che è rimasta a dormire con noi è stata divertentissima. Il giorno dopo Luana se nè andata. Lasciandomi in custodia l'arancia. AHAHAH. Dery non ti ci abituare ma GRAZIE per la settimanina divertente. Distrofico che se ne và, distrofico che arriva. Handicap,noto anche come STEFANO. Mamma mia quante cose si potrebbero dire su di te. La tua stupidà abnooorme. Stè io con te mi diverto. Sentirti dire che hai freddo mi fa crepare. Anche stavolta arriva il tempo delle visite e questa volta chi viene a trovarci?? Mary e quella SANTA donna di Fabiola. Hanno bivaccato con noi, si sono intrufolate nelle stanze nigrisoliane. Mary grazie per i biglietti per la fiera. Mary forzaa ti voglio vedere come al solito, ci siamo capite no? In quei giorni arriva anche il nostro caro Ottavio, con un nuovo assistente, Fabio. Un ragazzo dai gusti strani ahahahah. Abbiamo girato parecchio per bologna. Siamo andati all' expo sanità, abbiamo preso una pioggia della Madonna. Siamo andati ai giardini. E poi rullo di tamburi abbiamo fatto un magnifico pic-nic. Dove Fabio si è invaghito della signora Pina!!!!!!!! "Correte nei viali" Ottavio vogliamo parlare di quando il tuo caro Fabio ti stava abbandonando nel parco???? Fabiooo ti devi fidare di meeee. Visto cinese, Firenze ecc. Secondo me sei rimasto shockato dal mondo dell'handicap. Shockato ma divertito. E cmq W I DOPPI SENSI. Tutti questi giorni oltre alla compagnia degli handicappati c'è stata anche la compagnia della mia mitica CUGINETTA!!!!!!!!!FEDEEE ANDIAMO AD AMSTERDAM. Colonna sonora di questi giorni "Adesso è facile" vero ragazzuoli??? Ho anche ricevuto una visita moolto gradita,la mia socia, la baldracca per eccelenza, Simona/Pamela. Simo inutile scrivere niente. Io e te ci capiamo al volo, e meno male che sei sopravissuta XD. Ti aspetto per dividere il mio letto con te. Come non posso parlare della mia Kettyna, LA KEFIAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!! Maledettaa!!!!!!! Mi ha fatto piacere vederti. Ti voglio bene! Le serate trascorrevano tra chiacchiere musicali,kebab, rum e coca, partite a poker. Il mio distrofico amico Stè è troppo divertente prenderlo in giro. Ma quanto ti manco????????????????
Questo è ciò che riguarda il "Reparto" ma questa volta voglio dedicare uno spazietto anche al "comparto terapisti". Si i nostri terapisti, ho sempre avuto grandissima stima professionale di tutti voi, ma questo volta ho visto davvero delle belle persone. Scambi di battute tra persone non tra terapista e paziente grandissima differenza, Vero Ele??
Elena la mia terapista e la mia amica, prima di tutto GRAZIE. Il tape che invenzione meravigliosa è???? Vero Luca??? Ele sei brava come terapista e lo sai da 113 a 135!!!!, sei una gran bella persona. Mi diverto troppo. Hai un energia positivissima, io e te e i nostri ART-ATTACK che meraviglia!!!!! I nostri grandioosi gusti musicali,la passione per le foto. Ele ti aspetto in PUGLIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA ci contoooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!! TI VOGLIO BENE. A novembre PISCIIIIIIIIIIINAAAAAAAAAAAAAAA!!!!
Franci ma quanto fai ridere???? Sei divertente.Sei brava. Anche tu con una grande energia. Ho sentito che è un periodo un pò difficile. FORZA. A novembre ti porto i CD promesso. Ovviamente ti aspetto in PUGLIA con Elena.
Ora viene la parte maschile o meglio MASCHILISTA. Nick "il professionista" con una strana perversione verso i TRULLI. Nick maledetto a te e a me che ti ho detto che ho un trullo. Ci siamo presi in giro fino alla morte. Lui si è vendicato strappandomi le anche e toccandomi sempre le costole BASTARDO. Nick STAI MOOOLTOOOO ATTENTOOO!!!! Qui lo dico e qui lo nego, o meglio non lo sentirai mai più da me. Sei bravo e mi stai davvero Simpatico.Mi fai fare un giro in moto???.Non ti gasare!!!!!!A te ti aspetto ai Trulli.AHAHAH
Giungiamo verso la fine. I saluti difficili come sempre. Come non posso parlare della mia FAKE DOCTOR BEAAA W IL BEEEEEEENNNNTEEEEEEEELAAAAAAAAAN!!!!!!!! TI VOGLIO BENE STRONZACCIA!!!!!!
Doc LA VITTORIA E' VICINA!!!!!!!!!!!! BUONA VACANZA.

Concludo salutando Vale che ha cambiato luogo di lavoro ma sono certa che con la testa e con il cuore è ancora al Nigri. E abbraccio Surya!!!
Qualcosa non vi torna vero?? Ma come non parla di Peppe??? Ebbene no. Peppina bella è a casa mia andiamo al mare insieme quindi questo giro salta nel resoconto.TIE'!!!
W I TRULLIIIII!!!!!!!!!

lunedì 7 giugno 2010

S.O.S Civiltà




E' LA SVEZIA il Paese più gay-friendly d'Europa, che garantisce, a livello legislativo, parità di trattamento alle persone omosessuali, oltre a fornire valide tutele normative contro l'omofobia. Con i suoi 10 punti (su un massimo di 10), guida una classifica redatta dalla Ilga Europe 1 (il ramo europeo della International lesbian and gay association). Per stilare questa vera e propria mappa dei diritti umani riconosciuti alla comunità omosessuale, e denominata Rainbow Europe Country Index, si è tenuto conto della legislazione vigente nei singoli Paesi. L'Italia si colloca nella fascia delle nazioni più omofobe: è ai livelli di Georgia e Serbia (qui, nel 2009, il governo cancellò all'ultimo momento il Gay Pride).

Ci consideriamo un paese civile ed evoluto culturalmente, ma la verità è ben diversa, la realtà è ben diversa. Cosa rende un paese civile? Ci abbiamo mai pensato a quali sono i canoni della civiltà? La civilità di un paese,di un popolo si misura in denaro? In quanti beni posseggono? Ovviamente tutti rispondono di no. Eppure pare che sia così, la Civiltà si misura in benessere REALE e sopratutto di TUTTI i cittadini senza distinzione di razza,orientamento sessuale,religione,condizione economica.Un paese è civile quando permette a tutti i suoi cittadini di sfruttare a pieno e nel miglior modo possibile le proprie capacità,quando mette tutti i cittadini in condizione di VIVERE e non di SOPRAVIVERE! Noi ci riteniamo persone civili? Facciamoci un bel esamuccio di coscienza e poi diciamoci se ci riteniamo civili o meno. Io aspetto.Nel frattempo rispondo per me... IO SONO INCIVILE E VIVO IN UN PAESE INCIVILE.Ecco ho fatto OUTING!

sabato 5 giugno 2010

I bambini sono una MINIERA D'ORO




"Costretti a lavorare in una miniera d'oro, sono stati uccisi da esalazioni di piombo."

Chi? Dove? Ecco le prime domande che mi sono posta quando ho letto questa notizia, le risposte le ho avute. 110 bambini in Nigeria. Come al solito numeri e bambini vanno a braccietto e pericolosamente rischiamo di non distinguerli più.Di cosa mi stupisco, i bambini muoiono nel mondo,specialmente nei paesi poveri.E' abbastanza banale ed ipocrita "parlare" sempre di bambini che muoiono,che soffrono,che hanno fame,che sono malati. Verissimo è ipocrita e banale,ma è una realtà che ci imponiamo di non vedere.Nella mia vita ho avuto a che fare diverse volte con il binomio bambini-sofferenza,forse uno dei binomi più difficili da digerire. Ho visto bimbi "sofferenti" a causa di malattie,in fin di vita, aggrappati alla vita come scalatori ad una montagna, bimbi immobilizzati da capo a piedi ma carichi di energia vitale, bambini respirare come pesciolini fuori dall'acqua.Cosa hanno in comune con i bambini Nigeriani? Tutto e niente. Tutto perchè sono bambini e sono identici in qualsiasi parte del pianeta,tutto perchè,forse e sottolineo forse,l'unico valore veramente universale è la sofferenza.Niente perchè i bimbi cha vedo io soffrono senza un perchè,non c'è la "MANO" di nessuno a causare la loro sofferenza, i bimbi Nigeriani invece soffrono a causa di una "Disumanizzazione" diffusa, le loro sofferenze sono causate da una "MANO" nel vero senza della parola,di un altro essere umano. Questa differenza tra bimbi che soffrono senza un perchè e invece bambini che soffrono con un perchè mi fa davvero incazzare. Se non c'è un perchè non c'è nemmeno una soluzione,si può solo rendere il massimo,ma se invece c'è un perchè c'è anche la maniera di trovare una soluzione, ci SAREBBE il dovere di trovare una soluzione. Nel frattempo facciamoci sti 110 minuti di silenzio....
Anita

lunedì 17 maggio 2010

Non ci sono

Domani parto per bologna per i miei controlli e non mi porto il pc.Quindi per 15 giorni non ci saranno NONEWS. Vi abbraccio
Anita

venerdì 14 maggio 2010

Il sangue di Cristo? No, dei poveri Cristi




NAPOLI - Pochi giorni fa il suo nome era apparsa sui giornali per una suprema forma di protesta: per contestare la decisione della Regione Campania di sospendere la corresponsione degli stipendi ai dipendenti della Asl 1, aveva cominciato a togliersi 150 ml di sangue al giorno, minacciando di farlo ogni giorno finchè la decisione non fosse stata revocata. Sciopero che era stato sospeso dopo soli tre giorni, prima che le fosse arrecato qualche danno all'organismo.
Ma lo scorso 10 maggio, durante il suo servizio in camera operatoria all'ospedale San Paolo, Mariarca Terracciano - questo il nome dell'infermiera - si è sentita male ed è svenuta. I colleghi immediatamente l'hanno soccorsa, prestandole tutte le cure possibili e facendole un massaggio cardiaco per quasi un'ora; dopo di che la donna era stata ricoverata in rianimazione, in stato di coma. Dopo tre giorni, il 13 maggio, verso le 12, Mariarca è morta, lasciando il marito e due figli di 10 e 4 anni. Per decisione del marito, i suoi organi sono stati donati.

Vorrei solo riportare la notizia per non aggiungere stupida retorica a questa vicenda.Questa notizia lascia l'amaro in bocca,lascia il segno. Cosa diranno ai bimbi di 10 e 4 anni? Come spiegheranno il perchè della morte della loro mamma? Questi bambini con che pensiero del loro paese cresceranno? Il loro paese ha ucciso la mamma.Come si rimargina una ferita del genere? Arrivare a togliersi il sangue per protesta rende bene l'idea della sofferenza e sopratutto della disperazione alla quale arriva la gente. La crisi,la crisi,la crisi,la crisi.A quanti bimbi dovremmo raccontare dell'omicidio di STATO dei propri genitori? Basterà dire è colpa della crisi? Non credo.
Anita

giovedì 13 maggio 2010

Nel passato

"Momenti di tensione, a Massa, al termine di un convegno sulla RU486, al quale ha partecipato Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova.

Alla fine dell'incontro, fuori dal teatro, un gruppo di donne favorevoli all'aborto e che avevano contestato Fiore sono state apostrofate da alcuni giovani presenti all'iniziativa, che hanno gridato "Stupratele che tanto abortiscono".

A pochi metri di distanza dal teatro sede del convegno, si è svolto anche un sit-in di forze di centrosinistra e associazioni, per manifestare pacificamente la loro contrarietà all'incontro e alla presenza di Fiore.

Non ci sono stati scontri, anche grazie al copioso schieramento di forze dell'ordine.

Per evitare che un cameraman di una tv locale riprendesse la scena delle grida contro il gruppo di donne, altre persone hanno cercato di sottrargli la telecamera, minacciandolo di non rientrare in teatro. Fiore si era già allontanato". Molti avranno letto questa notizia su internet,certamente non l'hanno sentita nei TG e tantomeno l'avranno letta su i maggiori quotidiani. Il fatto in sè è abberrante,ancora più abberrante è che non se ne sia parlato. L'aborto è un tema a me molto caro. Nel 2008 scrissi una lettera a Giuliano Ferrara che creò la lista "Aborto?No,grazie". La mia lettera nacque come conseguenza di una sua lettera intitolata "Io ex feto malato", ricordo quando lessi la sua lettera ero a scuola e mi si rivoltarono le budella. Tornai a casa e mi misi subito a scrivere.La lettera ebbe grande risalto,fu pubblicata su Panorama online e si aprì un forum di discussione. Con la mia lettera andai anche ad ANNOZERO,fu un esperienza bellissima. Vi propongo qui la mia Lettera.Spiega alla perfezione il mio pensiero riguardo l'aborto.

Lettera aperta a Giuliano Ferrara...

Io sono il feto malato....
Mi chiamo Anita ho 18 anni e sono un ex feto malato...ora sono una ragazza “malata”,ho una malattia neuromuscolare,in inglese SMA,molto simile alla sclerosi laterale amiotrofica , solo che la Sma colpisce i bambini. Si divide in tre forme la prima ossia la più grave impedisce quasi ogni movimento e si manifesta nei primi mesi di vita del bambino e colpisce anche l’apparato respiratorio e spesso provoca la morte entro i primi anni di vita,la seconda (della quale sono affetta io) si manifesta entro l’anno di vita e impedisce di camminare e porta alla scoliosi e anch’essa colpisce l’apparato respiratorio e porta all’utilizzo di un respiratore durante la notte e fin dai primi anni di vita all’utilizzo di una carrozzina elettrica,la terza è la meno grave ma porta comunque negli anni all’utilizzo della carrozzina. E’ una malattia genetica rara è quindi non rientra nelle patologie che vengono sottoposte al controllo prima della nascita, a meno che non ci siano casi in famiglia. Suppongo che la domanda sorga spontanea...sono contenta di essere nata? Ovviamente si, sono fiera di ciò che sono, amo la mia vita con tutte le sue difficoltà,vivo una vita piena molto più piena di quanto si possa immaginare,ho una famiglia stupenda che mi ha voluta,che quando ha saputo delle mia malattia ha avuto un primo momento di sconforto poi si è rimboccata le maniche e mi ha cresciuto normalmente come tutti gli altri bambini...Ora mi crescono come una ragazza “normale”(esiste la normalità?)...Nella mia vita sono passata da tante situazioni, dai reparti di neurologia pediatrica alle rianimazioni...ai convegni sulla mia malattia,che sono dei raduni carichi di speranza,di dolore, di gioia di vivere....Ho visto genitori straziati dal dolore di aver perso un figlio,tanto velocemente e con tante sofferenze...ho visto bimbi di 2 anni su una carrozzina attaccati ad un respiratore impossibilitati a muoversi dalla testa ai piedi,eppure carichi di vita, ne ho visti altri con lo sguardo stanco...Chi si batte tanto a parlare di vita, di diritto alla vita, temo che ne sappia ben poco del vero valore di questa parola, forse parliamo tanto di diritto alla vita di questi tempi perchè ci sembra di vivere passivamente e allora ci battiamo più che per il diritto di vita degli altri per riaccendere la nostra volontà di vivere. Qualcuno potrebbe dirmi “se tua madre avesse saputo della tua malattia tu non saresti nata”, si è vero, mia madre avrebbe avuto il difficilissimo e dolorosissimo compito di scegliere se perdere un figlio o metterlo al mondo anche se malato... Bene mia madre dopo aver avuto me ha provato a darmi un fratellino e ha fatto tutti gli esami ed è risultato che anch’esso era malato...potete immaginare la tragedia interna di mia madre... abortire e perdere un figlio e in un certo senso rinnegarmi o mettere al mondo un bimbo malato (senza sapere quale forma di malattia potesse avere).... bene mia madre da donna,da madre, ha preso la decisione più giusta....ossia abortire...E’ forse stata un mostro? un assassina? o forse è stata coraggiosa,saggia, e ha evitato di mettere al mondo un bimbo destinato a soffrire....Ognuno la può interpretare come vuole...ma è proprio questo il punto, la libertà. Per libertà non intendo poter fare ciò che si vuole (come spesso viene interpretata la libertà) ma essere liberi di poter compiere una scelta,dolorosa in qualsiasi caso, di non sentirsi dei mostri se si compie uno o l’altra scelta. Dio stesso ha fornito all’uomo il libero arbitrio... Concludo rivolgendomi direttamente a lei signor. Ferrara, io personalmente trovo la sua “lista-crociata” anti-abortista del tutto fuori posto, trovo decisamente inadeguato usare un tema così delicato e che tocca così profondamente e personalmente milioni di donne e di uomini, come campagna elettorale. Lei ha messo sullo stesso piano la moratoria sulla pena di morte e l’aborto, trovo difficile comprendere questa comparazione,visto che nel caso della moratoria sulla pena di morte si parla di evitare che persone adulte che hanno compiuto un crimine atroce, e già per questo hanno perso la loro umanità,vengano uccise, per evitare che anche la giustizia si disumanizzi, mentre nel caso dell’aborto parliamo di donne che si trovano davanti a un bivio atroce e non hanno nessuna colpa se non quella di cercare il meglio per sè e per i propri figli...Finisco dicendole che se per lei abortire è come compiere un’omicidio...bene...sono fiera che mia madre sia un’assassina. Cordiali saluti
Anita Pallara 18 anni ex feto malato.

mercoledì 12 maggio 2010

Ho un IDEA.....L'Era Glaciale



Come ho già detto altre volte io CREDO nella mia generazione. Si, abbiamo la fama di essere pigri,disinteressati,vuoti,senza valori,privi di ideali. L'età media della nostra classe dirigente dalla politica alle imprese è superiore ai 40anni,le posizione dove servirebbe energia nuova e idee nuove sono occupate da T-rex,che purtroppo sembrano sopravvivere ad ogni ERA GLACIALE.Nessun partito politico ha mai realmente messo davanti i giovani,o meglio magari ha messo l'immagine ma non i contenuti dei giovani.Eh si, c'è una bella differenza tra mettere nel "Menù" l'immagine di un ricco piatto di spaghetti e poi servirlo veramente. L'immagine attira ma io credo fermamente che tra immagine e contenuto vinca sempre il contenuto. Lo dimostra secondo me abbastanza bene la LEGA, è l'opposto dell'immagine estetica però è carica di contenuti,certo discutibili ma sempre contenuti sono.E' angosciante credo che nel nostro paese la maggior parte dei giovani sogni di andare via,perchè qui non vede futuro.Se realmente i giovani abbandonassero in massa l'ITALIA la condannerebbero definivamente a morte,non avrebbe più speranze, la verità è questa la speranza di questo nostro paese siamo NOI ragazzi.Il punto è che la nostra generazione non si accontenta,questo forse è un difetto, di prendere solo parte della commedia o ne è protagonista o preferisce stare a guardare e aspettare. Come sta facendo adesso. Il "vuoto" di cui si parla nei giovani non è stato auto-provacato, è una diretta conseguenza del continuo sentirselo ripetere. Siamo diventati un pò auto-lesionisti. Siamo in una società che oscilla tra Decandentismo ed Estetismo. Tendezialmente tira verso l'estetismo,la religione del bello. Tanti richiamano ad un ritorno al passato, a ripescare le cose del passato, personalmente non credo che la soluzione sia nel passato,anche se ci viene più comodo pensarla così.Noi giovani una colpa grave c'è l'abbiamo siamo troppo PAUROSI, dovremmo scrollarci di dosso tutte le etichette che ci hanno appiccicato mostrando le nostre IDEE e portandole avanti. Forse la prossima ERA GLACIALE sarà la volta buona.
Anita

domenica 9 maggio 2010

RIDERE E' GRATIS



Ho deciso di scrivere qualcosa di divertente,di raccontarvi un pò di aneddoti che mi sono capitati negli anni cose che stenterete a credere.Da dove parto? Allora Agosto,Alberobello località turistica pugliese,io e mia madre stiamo facendo la spesa,la classica spesa post mare, mi aggiro tra gli scaffali con la mia carrozzina,mia madre è in fila al reparto salumi,quando le si avvicina una signora,distinta,di mezza età e con voce sottile le domande :”dov’è l’ha presa?” mia madre un pò interdetta senza capire a cosa si riferisca la signora la guarda:”cosa signora?” la signora rapidamente specifica :”la ragazza in carrozzella…dov’è l’ha presa? a chernobyl?”mia madre ancora più incredula ridendo le risponde “no no signora è opera mia..” e lei leggermente imbarazzata si allontana io e mia madre ci guardiamo e scoppiamo a ridere….della serie….”non ci resta che ridere…”
Centro di Bari,io la mia migliore amica e il mio migliore amico ci aggiriamo per le vie del centro tra negozi e bar,ci fermiamo in una panchina e chiacchieriamo quando si avvicina un signore,giacca,barba curata e occhiali e rivolto ai miei amici :”di che associazione siete?” i miei amici rispondo in coro (ormai abituati) :”nessuna!” lui continua :”no intendo per chi fate volontariato sai portare in giro i disabili” io zitta….indecisa se mandarlo a fanculo o aspettare,intanto i miei amici ribadiscono:”no noi siamo suoi amici…niente volontariato niente…” con tono abbastanza stizzito…il signore non contento :”vabbè và ho capito non lo volete dire….comunque non si fa così” e qui parte un mio sanissimo “ma vaffanculo….”con annesse risate dei miei amici.
Superiori,liceo scientifico 3′ anno…. La mia docente di educazione fisica,dopo che mi ha come alunna da un anno, mi fa una domanda e io non la sento (avevo le cuffie dell’i-pod) lei guarda una mia compagna e le chiede con un tono di voce basso:” uhh ma è diventata anche sorda?” io la sento la guardo e le dico :”proof ma è impazzita….”e lei :”no no scusa…” Questa è rimasta nella storia della mia classe,la stessa prof chiamava la mia carrozzina “la sedia elettrica” così per amore dell’integrazione ;-)!!!!!!
Sabato sera in centro,stavo con la mia amica,stavamo attraversando la strada,mentre attraversiamo difronte a noi un gruppetto di ragazzi ridacchia,la mia amica si gira e vede un ragazzo sui 30 ben vestito che finge di spingermi,poi guarda i ragazzi e dice “tutta io l’ho fatta la fatica” io e la mia amica ci guardiamo e rimaniamo senza parole poi come al solito scoppiamo e ridere e commentiamo “Oh ma la gente sta proprio di fuoriii!”
Ultima,e ne potrei raccontare fino a domani mattina. Passeggiavo per il centro con i miei amici si avvicina un signore sospira mi guarda e "GESU' ti ama!!!!" io sorrido gentilmente per abitudine ma il signore insiste "AMA GESU' COME LUI AMA TE" io lo guardo "SI FIDI NON E' IL CASO!" I miei amici scoppiano a ridere il signore no. Chiudo raccontando che molto spesso quando passo per strada la gente si fa il segno della croce da NORD A SUD.Le altre ve le racconto la prossima volta.
Anita

sabato 8 maggio 2010

Voglio il ROSSO DIRETTO




Cosenza - (Adnkronos) - Jannate, 2 anni, ha una rara malattia genetica ed è tenuta in vita da una macchina. Nonostante le sia stata riconosciuta l'invalidità del 100 per cento non riesce ad avere il dovuto contributo statale perché figlia di stranieri con un permesso di soggiorno non definitivo. Come definire questa notizia? Ordinaria follia direi. Mi trovo stranamente senza parole,si perchè ad un certo punto le parole iniziano a perdere valore diventano "segnetti" senza senso. I vari TG dedicano ore di servizio al caso TOTTI-BALOTELLI e nemmeno 5 secondi a notizie del genere,perchè? Lo sò sarò ripetitiva ma mi chiedo e mi richiedo quanto ci stiamo imbarbarendo? Fino a che punto riusciremo ad arrivare? Io sono Italiana e ne sono fiera,ma il mio popolo non è questo. Se essere Italiani è questo allora io non voglio esserlo.Non possiamo nasconderci nel dire ma "no non è razzismo",affrontiamo la realtà SIAMO UN POPOLO RAZZISTA,non si tratta più di RAZZISMO LATENTE,ormai è RAZZISMO FOSFORESCENTE. Questa realtà mi fa paura e al tempo stesso mi fa schifo,certe notizie mi fanno venire la voglia di scappare. Ricordate un mese fa la bimba morta perchè il padre aveva il permesso di soggiorno scaduto? BAMBINI!!!Di questo parliamo,non criminali.Quando si arriva a questo si è vicini al punto di non ritorno. Questa poesia secondo me dovrebbe farci riflettere.



Prima degli altri vennero a prendere gli zingari.
Ed io fui contento perchè rubavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei.
restai in silenzio perchè mi erano antipatici

Poi vennero a prendere gli omosessuali.
E fui sollevato perchè mi davano fastidio.

Poi vennero a prendere i comunisti.
Ed io non dissi nulla perchè non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me.
E non c'era più nessuno per protestare.



Bertolt Brecht

giovedì 6 maggio 2010

24:6=4 al mese




In Italia abbiamo la pena di Morte? No vero?! Eppure siamo al 24° morto suicida in carcere dall'inizio dell'anno. 24 persone si sono tolte la vita da Gennaio ad oggi.Cosa vuol dire? Non lo sò. Quello che sò è che se in un Paese occidentale che rifiuta la pena di morte ci sono 24 morti in meno di un anno c'è qualcosa che profondamente non funziona. Nel 2008 sono state giustiziate 37 persone negli Stati Uniti, a voi i commenti. 24 morti in 6 mesi 37 in un anno. Il suicidio in carcere è equivalente alla pena di morte, solo che lo Stato non si macchia direttamente ma gli "schizzi" arrivano. Il nostro Paese ha un grave problema con la giustizia e la legalità a tutti i livelli.E' proprio labile il concetto di giustizia,molto spesso si scambia vendetta per giustizia,altre volte si svende al ribasso il concetto di giustizia.Se ne parla talmente tanto che ci siamo dimenticati di cosa realmente sia. La legalità invece è un concetto che fatichiamo a comprendere se il concetto di giustizia è labile quello di legalità è quasi impercettibile, abbiamo talmente abbassato la soglia da rischiare di non vederla più. L'illegalità si è espansa a tutti i livelli dalla politica,alla scuola,al lavoro alla salute e noi ne siamo parte attiva.Stiamo sdoganando troppe cose,troppi mal costumi stanno diventando "Normali".Cosa c'entra con le morti carcere? C'entra che si stanno demolendo le fondamenta del paese.Non morire in carcere è un principio base di uno stato SANO.Avere rispetto del diverso sia con le parole che nei fatti è un principio base di uno stato SANO.La laicità è un principio base di uno stato SANO. La libertà d'informazione è un principio base di uno stato SANO.La trasparenza della classe dirigente è un principio base di uno stato SANO. L'Italia ha un Cancro che la sta divorando dall'interno ma continua ad andare dal medico sbagliato che le dice va tutto bene.Ha i sintomi ma ogni volta che li manifesta arriva qualcuno a somministrargli un Placebo,può funzionare per un pò ma alla fine la "malattia" esploderà e sarà allora che correremo a cercare un medico diverso.Resta solo da vedere se quando ci accorgeremo del cancro sarà troppo tardi? O se saremo in grado di cambiare medico prima? A noi la scelta.
Anita

mercoledì 5 maggio 2010

Le pietre preziose



Oggi è la giornata contro la Pedofilia. Inutile dire che non c'è cosa peggiore che far del male fisico e mentale a dei bimbi. In questi giorni si è parlato di chiesa e pedofilia e in tutta questa discussione si è spostata l'attenzione sul "peccato e il peccatore" e non sulla vittima.Ritengo che il tema sia stato affrontato in maniera errata. La gravità è l'atto,non solo chi l'ha compiuto,certamente compiuto da un UOMO di fede ha un peso specifico diverso per ciò che rappresenta e per i valori che in teoria dovrebbe avere. Ho avuto l'impressione,magari errata, che si sia badato più alla forma che alla sostanza della cosa. Si è pensato più a INCOLPARE o PROTEGGERE i preti che a CONFORTARE e dare GIUSTIZIA alle vittime,ma ripeto magari sbaglio io. Compiere un atto di pedofilia verso un minore è grave gravissimo indipendetemente da chi lo compie.Non dobbiamo pensare che se non si consuma un rapporto completo allora è meno grave l'atto. Anche una "carezza" può creare danni irreparabili,per questo dobbiamo tenere alta la soglia di attenzione. La pedofilia è presente in tutto il mondo e in mille forme.Dalla rete ai viaggi del sesso.Non è un fenomeno annientabile ma certamente è arginabile e controllabile con l'attenzione di TUTTI. In primis le scuole,dove i bambini trascorrono parte delle giornate, nelle scuole bisognerebbe parlarne e insegnare ai bambini a raccontare, a come evitare certe cose, le Maestre dovrebbero essere in grado di comprendere atteggiamenti "strani" da parte dei bambini e interpellare le ISTITUZIONI. Molte volte dei drammi sarebbero evitabili se ci fosse da parte di tutti la volontà di evitarli.I bimbini sono la cosa più preziosa che esista, e come si trattano le cose preziose? Con ATTENZIONE e CURA.
Vi lascio con una dichiarazione dell'UNICEF che secondo me rende bene l'idea.

Secondo l'Unicef nel mondo circa 150 milioni di ragazze e 73 milioni di ragazzi di eta' inferiore ai 18 anni sono vittime di abusi sessuali. E sono centinaia di migliaia i bambini venduti ogni anno all'estero, spesso per fini sessuali. La sezione tedesca dell'Unicef sostiene che malgrado i progressi nella legislazione per proteggere i bambini, in molti Paesi questa e' troppo spesso male applicata e che lo sviluppo di internet e dei video ha reso possibile un'esplosione della pedofilia.

martedì 4 maggio 2010

Auto blu mi piaci TU



L'Italia è il paese della macchina. Ci sono più macchine che persone,l'auto è uno status simbol.Ci sono le varie etichette, se hai la smart generalmente sei un tipo da città,vitazuollo,manager,sfreccia da destra a sinistra con la sua macchinetta,si parcheggia in posti impensabili e improponibili e se lì dici qualcosa ti guarda dall'alto al basso e ti fa il sorrisino. Odiosi! Poi c'è la categoria SUV, tanti INDIANA JONES che si aggirano nelle strade cittadine. Il rapporto è inversamente proporzionale più sono grandi le macchine meno senso civico hanno.Molte volte vengono affidate nelle mani di ragazzini neopatentati che si credono DIO in terra,poi si spiaccicano e i genitori piangono. Forse era meglio insegnarli come ci si comporta prima di dargli tra le mani un SUV. Questo discorso sulle macchine vale per uomini e donne indistintamente.A Roma c'è stato "l'allarme" Mini-car, in due giorni sono morti 2 minori.Una ragazza di 16 anni e un bimbo di 4 anni.E' normale? certo che no. In America la patente si prende a 16 anni,ma non c'è paragone con la severità delle pene. Come si dice qui CASCA L'ASINO,come sempre per l'ITALIA le regole sulla carta ci sono e sono severe ed avanzate,poi però si applicano le regole de NOATRI. Cosi con l'aumento dei morti sulle strade (uno dei più alti d'EUROPA),con un senso civico ai minimi storici, con una concezione della giustizia e della legalità da TERZO MONDO, il GOVERNO ha deciso di "Immunizzare" gli autisti delle auto blu.Ossia chi porta in giro i nostri RAPPRESENTANTI potrà infrangere le regole stradali e non sarà soggetto alla diminuzione dei punti dalla patente.Dato che la nostra classe politica ha gli ormoni in perenne movimento,adesso saranno liberi di mandare ai 300 all'ora i loro autisti a prelevare "Terapiste" e amichette varie.Non sono loro la CASTA siamo i noi i FESSI.In tutte le aule di giustizia d'Italia c'è una scritta che recita LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI.Forse ci stiamo dimenticando cosa significa. Come ripeto spesso SVEGLIAAAAA!!
Anita

sabato 1 maggio 2010

Mors et Labor hanno stretto amicizia



Come diceva una canzone "primo maggio sù coraggio", quest'anno è proprio il caso di dirlo.La storia di questa festa,chiamiamola così, è una storia di battaglie, di voglia di diritti, di voci. "Il 1° Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, né tanto meno sociali, per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi, per migliorare la propria condizione."Il 1° maggio è la data in cui nel 1889 venne approvata la legge sulle otto ore lavorative.Gli operai,i contadini combatterono e ottenerono dei diritti. Oggi che valore ha il 1° maggio? Si rivendicano diritti? Si,anche ma principalmente questa celebrazione è diventata accostabile al 2 novembre,il giorno dei morti. Si chiamano "MORTI BIANCHE",ora come ora le definirei "MORTI NERE E BIANCHE", essì la morte non è razzista. Il binomio lavoro-morte è un ossimoro. Questo si che è contro natura,non gli omosessuali come qualche testa a croce ci vuole far credere. Dov'è il "profondo dissenso" di queste teste?
Io alla soglia dei 21 anni non ho mai lavorato e sò che dovrò tirare fuori unghie e denti per appropiarmi del mio DIRITTO AL LAVORO.Nel nostro paese muoiono migliaia di PERSONE, non facciamo la differenza immigrati-italiani,muoiono persone perchè si stavano guadagnando la pagnotta questo dovrebbe bastarci. Oggi dalle varie piazze si leveranno le voci di sdegno,di cordoglio. Detesto il cordoglio. Può bastare dire "Ci vuole più sicurezza!!!!"? No certo che no, le parole hanno valore e peso se sono seguite da fatti,altrimenti restano aria. Di chi è la colpa? dello STATO? dei sindacati? SI,sicuramente ma la colpa è principalmente Nostra che ci siamo addormentati nei minuti di silenzio per ricordare i Morti. Dobbiamo svegliarci da quel silenzio e ricordare ogni morte sul lavoro con un URLO che svegli tutti!
Le cose si ottengono LOTTANDO non ricordando in SILENZIO.
Buon 1°maggio a tutti! Vi lascio con un intervista che mi ha colpita.

"Tutto quello che faccio non ha più senso, nemmeno mettere da parte qualche soldo. Quelli che avevo, comunque, li ho spessi tutti per comprare due casse da morto e due posti al cimitero. Come ha visto nel film di Segre, non siamo considerate, sembriamo vuote. Sì, dei vuoti presi e messi da parte. Si dà più senso alla vita degli animali, che non ad una persona che muore sul lavoro"


Franca Mulas, 46 anni, dall'assolata Nuoro è arrivata alla brumosa Bergamo molto tempo fa. Qui si è sposata, ha avuto sei figli e fino al luglio del 2001 aveva anche un marito, Gianfranco. Ora è rimasta vedova, ma anche madre privata di un figlio, Luciano, pure lui morto per lavoro. Franca è una dei volti e delle voci protagonisti del film di Daniele Segre "Morire di lavoro".

Cosa succede Franca, dentro di sé, quando arriva quella telefonata?
Al telefono non mi hanno detto subito quello che era successo veramente a mio figlio Luciano. Era il 28 aprile del 2000, sono andata di corsa all'ospedale e nessuno mi diceva come stavano le cose. Mi ripetevano solo che era grave, anche mio marito Gianfranco. L'ho saputo solo la sera, quando sono tornata a casa dall'ospedale. A casa c'era mio zio, frate, che mi ha colto di sorpresa facendomi le condoglianze. Sono svenuta subito, perché pensavo ancora che mio figlio fosse grave, ma che si sarebbe salvato. Dentro di me tutto il giorno mi ripetevo che mi sarei "mangiata la casa", ma che avrei speso tutto pur di salvarlo.
E invece è morto a 22 anni, il 28 aprile del 2000, in un cantiere di Brioso vicino Milano, mentre lavorava alla costruzione di un Centro per anziani. Mio marito guidava la gru con le travi da spostare sul tetto, ma queste si sono sganciate e sono scivolate a terra da 20, 30 metri. Mio figlio era lì sotto insieme ad un altro. Mio marito gridava "spostatevi! Spostatevi!": ma non c'è stato niente da fare. Per Gianfranco è stato un incubo. Si è sentito sempre colpevole: "doveva capitare a me non a lui", mi ripeteva sempre.
Mio figlio aveva sempre lavorato in regola, ma quel giorno non era coperto dall'assicurazione. E' morto il 28 aprile e il suo padrone, invece, ha pagato l'assicurazione il Primo di Maggio. Quindi, da allora ho fatto la causa. Ho vinto in prima istanza e in appello, ma finora non ho avuto nemmeno un Euro di risarcimento.

Poi è successo a tuo marito. Anche in quel caso ti è arrivata la telefonata particolare?
Quel giorno, il 23 luglio del 2001, mio figlio più piccolo aveva rotto il quadro con la foto di Luciano e mi aveva chiesto di andare a comperare la cornice. Quando sono tornata, ho visto una chiamata sul telefono di casa. Ho richiamato, mi hanno risposto che era l'ospedale e mi hanno detto cosa volevo. Risposi: nulla, da loro!. Ho rimesso giù ed è arrivata un'altra strana telefonata di uno zio di mio marito, molto imbarazzato, che chiedeva se Gianfranco era arrivato a casa. Eppure, anche lui sapeva che prima di quell'ora mio marito non rincasava. Mi sono insospettita e allora ho ritelefonato all'ospedale, chiedendo cosa era successo. Mi hanno detto che mio marito aveva avuto un incidente, che era grave e di andare subito. Quando sono arrivata a Varese, era già nella camera mortuaria. Gianfranco stava montando dei ponteggi con la gru. La piattaforma si è ribaltata e lui è caduto da 15 metri. Si è insaccato per terra ed è morto per le fratture, dopo un'agonia di alcune ore. Ora vivo con la pensione di reversibilità di mio marito: 1500 euro al mese

Essere una vedova e madre che perso un figlio, entrambi morti per il lavoro, in che modo le ha cambiato la vita?
In tutti i sensi. Non sono più la stessa, la mia famiglia è rovinata, non è più felice. Prima eravamo felici, ora siamo distrutti. Tutto quello che faccio non ha più senso, nemmeno mettere da parte qualche soldo. Quelli che avevo, comunque, li ho spessi tutti per comprare due casse da morto e due posti al cimitero. Come ha visto nel film di Segre, non siamo considerate, sembriamo vuote. Sì, dei vuoti presi e messi da parte. Si dà più senso alla vita degli animali, che non ad una persona che muore sul lavoro.
Come donna non vivo più, non ho più intenzione di rifarmi una vita. Un altro Gianfranco non c'è più! Sono diventata una donna di ghiaccio, non ho più sentimenti.

Attorno a lei, dopo i primi momenti di cordoglio, c'è stata dopo anche solidarietà?
No, assolutamente no. Dopo la terza settimana, chiusa la porta, resti da sola e devi andare avanti, senza nessun aiuto.

C'è anche il rischio di perdere la dignità?
Questo no. Mi sento forte, ho una forza che prima non avevo. Adesso ce l'ho, posso andare avanti a tutti e dire quello che penso, quello che ho passato. per me, Luciano e Gianfranco mi danno la forza di testimoniare. Prima potevano anche calpestarmi, invece ora non più, mi ribello. A volkte mi dico: ma quand'è che qualcuno mi intervisterà in tv per far capire queste cose che sono capitate a me e a tante altre vedove? Perchè non venga messo in ultimo piano questa cosa delle morti sul lavoro. E' possibile che non si riesca a fare qualcosa per evitare queste morti qua? E' come se queste persone, la mattina, si alzassero per andare in guerra e non a lavorare!

C'è qualcosa che la spinge a trovare fiducia nella vita oppure no?
Non ho più fiducia di niente e nessuno. Il processo per mio marito ancora non si è nemmeno concluso. Il giudice ha ritenuto troppo colpevoli quelli della ditta e adesso deve ricominciare tutto il procedimento. Sono queste le cose che fanno più male. Anche perché a me, le mie persone care le ho pagate prima con la pelle e ora anche col portafoglio, perché gli avvocati costano e nessuno mi aiuta. Per mio figlio devono ancora fare i conti; mentre per mio marito ho solo spese legali.
Un essere umano così viene ucciso due volte. Per questo la mia vita personale non esiste più. C'è sola la Franca che vive per affermare i propri diritti e il rispetto per due morti.