mercoledì 7 luglio 2010

Andiamo Oltre



Sono in un periodo un pò incasinato, sto preparando un esame all'università, un esamaccio.Questo non vuole assolutamente giustificare il mio poco scrivere. Non c'è un motivo per cui scrivo poco, è così. Il mio rapporto con la scrittura è così, amore e odio. Grandissima ispirazione o zero totale, nella scrittura non ho vie di mezzo. Scrivere è una cosa che ho fatto fin da piccola, poesie, storie e poi con la crescita la scrittura è diventata un mezzo di "denuncia" di tutte le cose che mi succedevano e che non andavano bene, posso assicurare che la lista è lunga. Man mano è cresciuta la mia consapevolezza del potere della scrittura,della mia scrittura. L'apice forse l'ho raggiunto con la lettere a Giuliano Ferrara, la mia scrittura è stata potente,così potente che mi ha portato in TV. Bellissima esperienza. Ho continuato a scrivere, forse non ho mai smesso di scrivere, ho scritto su un altro blog molto bello, poi ho preso una pausetta e ho creato il mio blog. Il mio spazietto dove scrivere tutto ciò che voglio, usare i toni che voglio, avere i miei tempi, far conoscere realtà diverse magari ignorate, cercare di accendere curiosità e riflessione, prima di tutto in me stessa e poi negli altri. Credo di essere sulla buona strada, certo si può fare di più. Detto questo, che per me è importante, è importante sapere il perchè delle cose.

Voglio riprendere il discorso sulla diversità fatto da Peppe. Mi trovo perfettamente d'accordo con ciò che dice lui, l'omologazione non mi piace, non voglio essere uguale a chicchesia, voglio essere riconosciuta come individuo prima che come disabile. Usare le categorie è comodo, siamo dei grandi spreconi di energia elettrica e di beni di consumo ma facciamo tantissima economia mentale.Non dobbiamo fare alcuno sforzo, è già tutto lì, non dobbiamo far altro che recitare il copione. Il copione tra normodotato e disabile recita così: Il normodotato si irrigidisce alla vista del disabile, si domanda se è in grado di capire di parlare, non ha la minima idea di cosa dire, accenna un sorrisetto e magari un "Ciao" poi sposta rapidamente lo sguardo e tira un sospiro di solievo. Il disabile attende come un gatto la preda, rimane serio in attesa della mossa sbagliata, non parla per primo attende e alla fine conferma la sua teoria che la gente non lo integra. Questo è ciò che accade solitamente certo non sempre, ma molte volte è così. Questo crea un circolo vizioso, per cui ognuno conferma le sue tesi. Non c'è cosa peggiore molte volte delle conferme. Per spezzare questo circolo bisogna chiedere e rispondere, bisogna abbandonare il copione e improvvisare, bisogna fare un piccolo sforzo e andare OLTRE! Certamente non è facile ma posso assicurare che è possibilissimo.Andiamo OLTRE.

1 commento:

  1. si può fare di più, ma bisogna averne voglia...

    l'economia mentale è un termine che userò spesso...

    "e poi cone un gatto con la preda"..è un immagine così reale che dovrebbe veramente far riflettere, sono contenta che tu non sia nè preda nè predatore..
    IVES

    RispondiElimina