giovedì 7 ottobre 2010

La rosa bianca di Sara



Ho provato subito dopo la notizia della morte di Sarah a scrivere ma ero bloccata, troppe cose volevo dire, troppe cose non mi piacevano, troppo schifo, troppo dolore da mettere nero su bianco. Il tam-tam mediatico o meglio la "zuppetta" mediatica ha fatto il suo corso, ipotesi, opinioni, foto di Sarah, i suoi diari, la mamma, la zia ecc..Abbiamo bevuto il succo.Questa vicenda ha lasciato sgomento in tutti, l'orrore è tanto, il mostro in casa fa paura, una paura primitiva. Il corpo di una giovane e bella ragazzina profanato. La condizione della donna nel nostro bel Paese è strana, molto libera,ma è realmente libera di essere? O è solo libera di apparire? Questa è una domanda che noi donne dovremmo porci, e voi uomini dovreste porvi cosa realmente volete,uomini e donne dovrebbero sedersi ad un tavolo immaginario e raccontarsi a vicenda, spogliarsi dei simboli, dei look, degli status e raccontarsi cosa realmente vogliono l'uno dall'altra.Nel nostro paese la donna gioca ad essere oggetto, come si dice gioca con il fuoco e a volte si brucia irriparabilmente (non è ovviamente il caso di Sarah), noi donne siamo vittime non solo degli altri ma anche di noi stesse e della nostra scarsa autostima. Torniamo a Sarah ieri erano in 10.000 per l'ultimo saluto, per cercare di trovare pace, per dare pace a questa ragazza, per condividere e dividere un pò il dolore. La bara bianca sinonimo di purezza, quella purezza che a lei è stata strappata. Sarah questo Paese ti si è stretto attorno quando ormai era troppo tardi, ma siamo esseri umani e facciamo del nostro meglio. Ciao Sarah

2 commenti:

  1. Sarah non è che l'ultima vittima di una strage quotidiana e perpetrata che riguarda le donne, le adolescenti, le bambine. Ci ha sbattuto in faccia e ricordato che le donne muoiono e muoiono perché in tanti non si fanno il minimo scrupolo a usarle come meglio e credo per poi "gettarle".
    Colpa dell'educazione? Probabile, come tu stessa scrivi se il genere maschile ha le sue responsabilità, altrettante ne ha il genere femminile nel momento in cui accetta un certo ruolo e in modo remissivo continua a tramandare un certo tipo di valori.
    La prima causa di morte per le donne sotto i trentanni non è né il cancro, né gli incidenti, ma la violenza e nella stragrande maggioranza dei casi il carnefice è un parente o un conoscente. Questa è la realtà con cui dobbiamo confrontarci. I mostri non sono soggetti isolati e non sono strane eccezioni, di solito non li conosciamo se non per "esperienza diretta" dato che non se ne parla o nel caso in cui lo si fa non si è credute, ma ci sono e sono nel quotidiano.
    Sarah non ha avuto la possibilità di diventare donna, ma ha suo malgrado testimoniato a tutti noi (donne e uomini) che si muore solo perché qualcuno "ci vuole" e dispone della nostra vita come se fosse un oggetto qualunque.

    Un saluto Anita e grazie, sei fra le poche persone che ha scritto di questo tema senza sfruttarlo, ma con pacatezza e finalmente un po' di rispetto. Sono stanca che lo sdegno si manifesti solo quando la vittima raggiunge un po' di disperata popolarità e i link commemorativi o pseudo-tali invadono le nostre bacheche.

    Lucia

    RispondiElimina
  2. Ciao anch'io ho provato un profondo senso di turbamento dalla morte della piccola Sara ma non tanto per l'insano gesto di un orco che Sara considerava come un padre quanto dal comportamento che i media hanno avuto in questa vicenda .Dare la notizia alla mamma in diretta tv mi è sembrato di pessimo gusto e mi chiedo se prima di essere dei giornalisti queste persone sono madri e padri e come nella stessa situazione avessero voluto apprendere la notizia .!!Belo il tuo blog lo eguo sempre se ti fà piacere vienimi a trovare nel mio un saluto Chiara

    RispondiElimina