lunedì 26 aprile 2010

Siamo di buona COSTITUZIONE



Come promesso ogni lunedì pubblicherò un pezzo della costituzione.Oggi "tocca" ai rapporti etico-sociali.Premetto che ho dei problemi con la parola ETICA,è una di quelle parole talmente importanti e cariche di peso che andrebbero usate con un attenzione smisurata e invece ne abusiamo.C'è proprio una categoria di parole che io definirei "stuprate". Discutiamo di diritto alla VITA come di una partita di calcio, due tifoserie opposte, come se fosse possibile schierarsi a favore della vita o contro. L'unico schieramento contro la VITA che esiste sono i favorevoli alla pena di morte. I "difensori" della vita in tutte le sue forme, si riempiono la bocca della parola VITA stuprandola e svuotandola di significato.Stiamo sdoganando troppe parole e concetti negativi e razzisti e stiamo abusando e sgretolando troppe parole significative. La nostra costituzione usa le parole in maniera chiara e seria. Dovremmo farlo anche noi.

RAPPORTI ETICO-SOCIALI


Art. 30.

È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.

Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.

La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima.

La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.

Art. 32.

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Art. 33.

L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.

La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

Art. 34.

La scuola è aperta a tutti.

L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

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