martedì 15 marzo 2011

Art.1 L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro?


Sono le 11 di martedì mattina, il mio cane abbaia,scalcapita vuole uscire per fare pipì.C'è il sole ma tira un gran vento, lo scirocco quel vento caldo che ti ricorda l'estate.Esco,di solito esco sempre con l'ipod ma stamattina niente, faccio le rampe per uscire dalla mia palazzina e mi cade il telefono, gravissimo problema perchè non passa un anima viva e io resto lì,ferma a fissare il mio telefono in attessa di un anima pia.Passa un pò di tempo prima che passi qualcuno del resto è martedì mattina la gente lavora.Si, la gente lavora in teoria per portare a casa il "pane" a volte però è già fortunata se torna a casa sulle proprie gambe.Di cose assurde e brutte nella mia vita ne ho viste tante, conosco bene la sensazione di paura adrenalitica e non immaginavo che un martedì mattina mi potesse catapultare in un incidente sul lavoro. Vivo in un quartiere residenziale,villete,palazzine e prato inglese.A fianco al nostro residence sono ricominciati i lavori per la costruzione di un nuovo residence, ruspe,camion, gru e tutti gli operai rigorosamente senza protezioni,ma tanto nessuno controlla e nessuno si stupisce è la prassi.Daria (il mio cane) annusa tutto, io la guardo e mi godo la coppia vento-sole, poi all'improvviso sento un grandissimo botto e delle urla strazianti, dalla coppia paradisiaca vento-sole alla coppia infernale botto-urla. Ci metto qualche secondo a rendermi conto dell'accaduto sento altre urla "ODDIOOO ODDDIOO AIUTOOO", vado subito verso il cantiere c'è una nuvola di polvere e gente che corre. "Cazzo cazzo" dico tra me e me. Cerco di vedere meglio ma c'è una distesa di prato e un gradino che mi separano dal cantiere, l'istinto mi fa prendere il cellulare digito 118 un paio di squilli e mi si spegne il telefono. Sento arrivare una macchina a tutta velocità è la vigilanza, scende il vigilante è in panico non sa che fare io mi avvicino e li dico di chiamare subito il 118. Corro verso casa a chiamare mio padre torniamo lì insieme,ci sono altre persone che hanno sentito le urla, il vento ha portato le urla nelle case. Finalmente capiamo l'accaduto. Una scala interna di una casa,costruita con cemento è crollata e ha preso in pieno un ragazzo che ci lavorava sotto. Passano i minuti,5,10,15 l'ambulanza non arriva, io sono impaziente è incazzata, il resto delle persone che ci sono è triste e rassegnata. Esorto mio padre a richiamare l'ambulanza, risposta da parte del 118 "Si si arriva è che hanno preso la strada più lunga" complimenti penso io. Il ragazzo è disteso è vigile, vorrebbe alzarsi ma tutti ovviamente glielo impediscono. Questa cosa non deve passare così, assolutamente no,lo ripeto tra me e me e lo ripeto a tutti.La risposta di tutti è la stessa "che vuoi fare? tanto non cambia niente anzi rischi anche di mettere nei casini loro" evito di rispondere mi limito a scuotere la testa, mi sento davvero un alieno,come se il mio comportamento fosse INCIVILE. Finalmente arriva l'ambulanza è passata "solo" mezz'ora. Rientro in casa con mio padre, sono scioccata per l'accaduto e scioccata per le reazione delle persone. Nemmeno le urla ci smuovono il senso civico? Chiamo i vigili urbani del paese "Pronto ho assistito ad un incidente sul lavoro piuttosto grave" vigile "Embè?" Io "Volevo informarvi dovete fare qualcosa immagino?" Vigile "No no noi non possiamo fare niente, c'è che lo dice a noi è inutile arrivederci" e la conversazione si chiude così. Resto qualche secondo con il telefono in mano,nella speranza di sentire una voce,una parola e invece niente, ma io non "lascio stare" come mi è stato suggerito. Chiamo il comando dei carabinieri del paese stesse mie parole,fortunatamente risposte diverse, ne prendono atto, mi chiedono le mie generalità e il mio numero di case e mi ringraziano. Mi sento un pò meglio. Il pomeriggio tornando dalla fisioterapia vado verso il cantiere e vedo i sigilli posti dai carabinieri. Per quel che vale quei sigilli sono merito mio e del mio senso civico.

4 commenti:

  1. Mi rinfranca aver cresciuto una figlia che nonostrante attorno il mondo le crolli (letteralmente), si comporta in maniera civile, e sì Anita quei sigilli sono lì grazie a te.

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  2. Anita... mai nome più azzeccato in questo periodo, no!?
    Ce ne fossero di più di persone come te, non tutto andrebbe così a rotoli.
    Ti ringrazio per quello che hai fatto e per la testimonianza che ci hai dato, spero di poter crescere anche io due figlie con altrettanto senso civico e responsabilità e UMANITA'!

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  3. Ciao Anita,
    quello che hai fatto mi conferma una volta di più che sei veramente una ragazza in gamba. Sei giovane e il segnale che hai dato è importante: forse la nuova generazione è migliore della nostra, formata da 40enni immaturi e menefreghisti.
    Brava brava brava. Spero di riuscire ad insegnare alle mie due bambine la stessa umanità e senso civico che hai dimostrato tu. Io ce la sto mettendo tutta.

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  4. Sono certa che la mia generaione e non solo, hanno un maggiore senso civico. Del resto il futuro nostro

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